“Se non si arriva a una gestione diffusa, ci ridurremo a una ruota della fortuna“ e così è stato. È in estrema sintesi la risposta del prefetto di Chieti Antonio Corona alla nuova richiesta da parte di Tiziana Magnacca di un ripensamento sulla scelta di destinare a San Salvo circa 70 migranti [LEGGI].
Corona nel suo intervento durante l’insediamento della seconda amministrazione Magnacca, ha sottolineato come dal suo arrivo, due anni fa, a più riprese, i sindaci siano stati invitati a trovare un accordo per gestire la situazione, “numeri piccoli per tutti”. Dai sindaci del Chietino non sono arrivate proposte in questo senso e oggi vige il modello – definito così dallo stesso prefetto – della ruota della fortuna: i migranti vengono destinati nelle località dove ci sono strutture idonee.
“Si sottolinea che qui ci sono già 10 migranti – ha detto – Pensate a Torino di Sango che ne ha 200. Ho sempre detto ‘Numeri piccoli, problemi piccoli; numeri grandi, problemi grandi’. Ho invitato i sindaci una seconda volta nell’agosto 2016; nessuna risposta neanche in quell’occasione. Mi sorprende a questo punto la vostra sorpresa: leggete i giornali? Guardate cosa accade quotidianamente? Dove dovremmo mandarli? Preferite una piazza, una tendopoli? Noi prefetti abbiamo il compito di cercare di gestire l’accoglienza nel miglior modo possibile”.
A San Salvo il centro che si prepara a ospitare i migranti è l’ex hotel Miraverde, a pochi metri di distanza dal centro commerciale Insieme e dal casello dell’A14. “Se vengono qui – ha continuato il prefetto – è perché qui c’è una struttura ricettiva. Non lo nascondo, un giorno ci sarà il problema di gestire chi dovrà andare via e non lo farà, per questo è necessario uno sforzo condiviso. Oggi possiamo dire che è molto probabile che la vicenda assuma contorni più grandi”.
Poi, l’affondo finale: “Il prefetto una volta ascoltati tutti, va dritto. Prenderò decisioni in assoluta solitudine, il mio è un ruolo monocratico. Per questo motivo, l’adesione deve essere spontanea: la porta è sempre aperta ai sindaci, sono lì per questo. Voglio che i sindaci non si muovano solo quando arrivano i migranti”.
In buona sostanza, da due anni Corona chiede ai sindaci della provincia di avanzare una loro proposta. Questa non è mai arrivata e oggi i migranti – che potrebbero essere distribuiti con numeri meno impattanti – vengono destinati nelle località dove ci sono strutture private idonee. Con buona pace degli amministratori che in due anni non hanno risposto alle sollecitazioni dello stesso prefetto.