Se non è scontro istituzionale, poco ci manca. La vicenda dei 68 turisti multati nella sola giornata di domenica scorsa tra Bolognano e Abbateggio [LEGGI] nelle ultime ore ha sollevato diverse prese di posizione a difesa e contro l’operato dei militari e dei carabinieri forestali.
I primi a reagire di fronte a quanto accaduto erano stati il presidente della Provincia di Pescara – e sindaco di Abbateggio – Antonio Di Marco e la consigliera provinciale – e sindaco di Bolognano – Silvina Sarra che hanno bollato l’episodio come uno “spiacevole incidente di percorso che non dovrà ripetersi”. Nel loro intervento, Di Marco e la Sarra sottolineano la vocazione turistica dei luoghi coinvolti (il fiume Orta e la cisterna di Bolognano) e il turismo come priorità da tutelare.
Una presa di posizione quantomeno singolare considerato che nella regione Abruzzo solo il lago di Scanno è balneabile tra le acque interne. Così come è singolare rivendicare la possibilità di entrare in acqua in altri fiumi solo perché a vocazione turistica tralasciando del tutto l’aspetto sanitario della faccenda.
Come ricorda il Forum H20 Abruzzo, “Le acque di cui si parla non sono aperte alla balneazione per legge. Per aprire un fiume alla balneazione si deve individuare espressamente il tratto, descriverlo, identificare il punto di prelievo e provvedere al monitoraggio periodico da parte dell’ARTA. Poi bisogna fare la classificazione e l’informazione al pubblico. L’unica differenza con il mare è relativa ai parametri di legge per Escherichia coli e Enterococchi“.
“La questione della balneazione incontrollata alla cisterna di Bolognano – continua l’associazione ambientalista – è nota da decenni. Probabilmente il modo di risolverlo non è nella repressione soprattutto dei comportamenti di singoli che andrebbero prevenuti con un’informazione capillare e costante, anche sugli aspetti della potenziale incidenza ambientale. che magari non sono percepiti dal turista in quanto riferibili ad argomenti specialistici, e un’attenta regolamentazione. Si dovrebbe partire dalla segnalazione delle norme da mantenere ai siti web che promuovono le nostre bellezze chiedendone la pubblicazione integrale. È da quarto mondo proporre la questione turistica senza neanche rilevare quali leggi comunitarie bisogna far rispettare”.