La poetessa vastese Eva Laudace, con Bambina lucertola, ha vinto la prima edizione del premio nazionale di poesia Pulchra Verba organizzato in occasione della quarta edizione del Festival della Fiaba organizzato con il sostegno del Comune di Modena e il patrocinio della Regione Emilia Romagna e dei Comuni di Modena, Castelfranco Emilia, Nonantola e San Cesario sul Panaro, oltre che dell’Università di Bologna, dipartimento di Scienze dell’Educazione.
Nella bella cornice della Limonaia del Giardino Romantico di Villa Sorra a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, si è tenuta domenica scorsa la premiazione degli autori delle poesie vincitrici, selezionate da una giuria di esperti formata dal poeta Giancarlo Sissa, presidente di giuria e membro del direttivo del Festival della Fiaba, Alberto Bertoni, docente universitario, critico e poeta, Patrizia Dughero, poetessa ed editrice (Qudulibri), Giulio Costa, regista e membro del direttivo del Festival della Fiaba e Nicoletta Giberti, presidente del direttivo del Festival.
[ads_dx]Con Eva Laudace sono stati premiati anche gli altri vincitori Cristina Babino, Davide Ferrari, Massimiliano Boschini, Serena Dibiase, Barbara Eforo, Roberta Sireno, Maria Francesca Di Feo, Fabrizio Tagliaferri, Giuliana Venturi e Maria Cristina Barbolini. Le loro poesie, sul tema “Legami di sangue e Legami di cuore“, sono state stampate in uno speciale Quaderno Poetico in tiratura limitata che verrà distribuito in questo secondo weekend del Festival che si concluderà domenica sera con l’annuncio del tema per il 2018.
“Fiaba e Poesia accendono il linguaggio nelle sue modalità più misteriose e profonde – spiega Giancarlo Sissa, presidente di giuria – Le unisce l’energia psichica e mitica della parola, il legame di sangue e d’amore con le zone inesplorate della coscienza, delle zone più inquiete del quotidiano”. Nella serata di premiazione gli autori hanno declamato le loro poesie davanti ad un attento pubblico. “Mi piace pensare che la poesia sia, insieme alla bellezza, un antidoto efficace contro le fatiche del mondo“, ha sottolineato nell’occasione Nicoletta Giberti, direttrice artistica del Festival.
Bambina lucertola
Eva Laudace
Arrivavi con mille valigie
a chiudermi gli occhi
io per te allargavo la stanza
entravi nelle mie maniche
scucivo il cappotto
ma era soltanto per te
se c’erano cieli altissimi amavo
tutte le religioni
allora chiedevi Mi calmi amore?
– Stai sul mio corpo di rosa riposa
bambina lucertola al sole d’aprile
resta con me
guariremo domani il mio nero roseto infelice. –
Ma non ci fu luce
frontiera di cura
anni di spine strappate
la storia lo dice.
Nel mio nero roseto infelice
le spose più belle
non hanno la testa
mi tengono tra le braccia le rose.
I
Oggi è l’amore di un cane
che benedice la mia casa
dove ogni rosa
capovolta per seccare
ha il suo modo distinto di crollare.
Schiudono boccioli come bambine
attaccate al mio petto
al mio corpo e dappertutto
dolci pareti sussurrano
anche ai piccoli le loro armi.
II
Cosa c’era sul mio corpo dieci anni fa
se oggi il tuo mi dice tenerezze
che riaprono i pozzi
dove cadono i bambini
e ogni incidente si confonde
con una disgrazia antica.
Ti giro le spalle
mentre ti lascio
non dico niente
ho la dignità di un animale.
III
Non è un bambino la colpa di tutto
così piccolo che non conosce il suo valore
e lo cerca sempre attorno.
Sotto costellazioni di angosce primitive
rintocchi dolorosi
ricorda
nessuna casa nasce grande.
*
Quando torno dal mio primo amore
– seme sgusciato radice di ulivo che sono –
con le cime spezzate e le mani colme
d’acqua fresca
beviamo insieme sui ricami di pelle guarita
segni della eterna sfida
per la felicità.
Torno lungo i lacci del perdono
con le scarpe dei bambini
che non siamo stati
o sono ancora troppo fiabe
e corse in bicicletta con una rotella sola
la colpa di ginocchia sbucciate
i baci con un pizzico di saliva.