È sopravvissuta al terremoto di L’Aquila del 2009 e sta combattendo contro un tumore che l’ha costretta a un trapianto di midollo osseo. Lei è Anna Pacifica Colasacco, aquilana di 61 anni, che domenica scorsa voleva fare una passeggiata sulla Costa dei Trabocchi. Il suo (ulteriore) problema, però, è che per via del trapianto sta seguendo una terapia che azzera la risposta immunitaria e rende la sua pelle troppo vulnerabile al sole. La soluzione escogitata dalla donna, un turbante che porta abitualmente dopo la chemio e un velo per evitare l’odiata mascherina bianca davanti al volto.
La donna, però, non aveva fatto i conti con la più o meno latente intolleranza che evidentemente colpisce anche l’Abruzzo “forte e gentile”. Così, mentre passeggiava in compagnia di suo marito e dei suoi cani, il suo “outfit” ha creato equivoci sfociati in reazioni ben poco edificanti. È la stessa donna a raccontarlo al corriere.it: “Non c’era moltissima gente, ma tutti quelli che abbiamo incontrato hanno avuto una reazione ostile. Gli uomini mi guardavano con disapprovazione, le donne sono state più aggressive. Immancabilmente mi hanno detto qualcosa”, dando per scontato che fosse un’immigrata musulmana, coperta da capo a piedi per motivi religiosi: “‘Ma tu guarda che devi vedere’, mi dicevano. Oppure: ‘Se vieni qua devi comportarti come noi’. Io non ho risposto niente, ma mio marito a un certo punto si è alterato’. La sua difesa (Signora, come si permette? Cos’è che non le quadra?), però, non è servita a molto. Anzi, la risposta è stata ancora più aggressiva. Una serie di ‘vaff…’, ‘andatevene’, ‘voi qui non potete stare’. Che poi fa anche ridere, perché mio marito è un uomo bianco che parla perfettamente italiano: dove dovevamo andare?”.