Fulmine a ciel sereno in casa Fresa Calcio. La dirigenza biancorossa ha rassegnato le dimissioni in blocco consegnando il titolo sportivo al sindaco Giovanni Di Stefano. I biancorossi da tre anni militano in Prima categoria, in questa stagione hanno conquistato la permanenza battendo ai play out i vastesi del Real Porta Palazzo [LEGGI].
Le motivazioni sono spiegate nel seguente comunicato stampa:
“Con la presente comunichiamo le irrevocabili dimissioni dell’intero attuale gruppo dirigenziale e la riconsegna del titolo sportivo dell’U.S.D. Fresa Calcio nelle mani del sindaco Giovanni Di Stefano. La nostra esperienza, infatti, termina qui. Possiamo dire con orgoglio di aver fatto sì che per tre anni questa squadra abbia sfidato, sempre a testa alta, grandi piazze come Casalbordino, Casoli, Ortona, Lanciano, ricevendo elogi e rispetto su ogni campo e conquistando la ribalta regionale.
Riteniamo di aver fatto conoscere con onore, e ovunque, il nostro paese. Ma ogni stagione sportiva esige tassativamente impegno, materiale ed economico: per quanto abbiamo cercato il più possibile di mantenere un programma di spesa nella norma (e non da nababbi, checché se ne dica), in tutto questo tempo non abbiamo avuto purtroppo concreto supporto, se non da pochi, e fatta salva la consueta concessione da parte dell’amministrazione comunale (che ringraziamo) del campo sportivo. Il fatto è che, discorso introiti a parte, sono venute a mancare progressivamente anche e soprattutto forze materiali: puntualmente, ogni anno, ci siamo ritrovati in quattro, massimo cinque dirigenti a far fronte ad incombenze organizzative e logistiche sempre più gravose per un numero così esiguo di persone, delle quali due residenti altrove.
In questo triennio ad ogni inizio di campionato abbiamo sperato che le cose cambiassero e siamo andati così avanti. Abbiamo messo spesso e volentieri mani al portafoglio (qualcuno più di altri) togliendo tempo e soprattutto mezzi di sostentamento economico alle rispettive famiglie: ma, invece di migliorare, la situazione è via via addirittura peggiorata e siamo rimasti sempre più soli nelle nostre difficoltà.
Beninteso, non vogliamo sollevare nessuna polemica: nessuno ci ha ordinato di imbarcarci in questa avventura, lo abbiamo fatto mossi solo dal desiderio di fare qualcosa per il nostro paese, consapevoli che una realtà piccola come la nostra vive anche di fenomeni sociali come il calcio, e se tornassimo indietro lo rifaremmo ancora. Ma se in tutto questo tempo siamo rimasti più o meno sempre gli stessi, e anzi qualcuno in meno, probabilmente non abbiamo saputo aggregare attorno a noi nuova linfa.
E allora ci facciamo da parte, stanchi ma sereni, auspicando che il Primo Cittadino riesca dove noi abbiamo fallito: far sì che tutto il paese sia coinvolto in questa società sportiva, e trovare quella decina di persone di buona volontà e che amano il calcio come noi (ci sono) che con un minimo dispendio individuale la gestiscano. Una cosa, ci preme dirlo, non vorremmo accadesse: che tutti questi anni di grossi sacrifici andassero persi rinunciando alla Prima Categoria così faticosamente preservata. Se tutto il paese coopera, se tutto il paese tifa, se tutto il paese vive questa squadra, questo è un livello che Fresa può tranquillamente sostenere, e che tra l’altro merita per potenzialità economiche e livello tecnico dei giocatori locali.
Una riprova? Abbiamo terminato la gara di play-out con il Real Porta Palazzo con sette ragazzi fresani in campo, di cui quattro fuoriquota; in campionato non di rado tale numero è salito ad otto. Questa, peraltro, è anche la migliore risposta a chi ha lamentato un’invasione forestiera. Se poi i forestieri sono persone del calibro, umano e professionale, di Admir, Dritan, Gabriele, Matteo e Paolo (non dimenticando Antonio, Buba, Crescenzo, Emanuele, Mattia, Nicola e mister Valentino, non più con noi), tali critiche si mostrano in tutta la loro superficialità, fermo restando il fatto che al giorno d’oggi parlare di gente “di dentro” e gente “di fuori” è francamente fuori luogo.
Ringraziamo allora i tifosi e simpatizzanti, giovani e meno giovani, che sono sempre venuti a sostenerci o che comunque non ci hanno fatto mai mancare la loro vicinanza con una parola di incoraggiamento; gli sponsor; i giocatori, quelli che sono rimasti fino alla fine e quelli che hanno deciso diversamente, perché il risultato di questa stagione e delle precedenti è merito del sudore di tutti loro, nessuno escluso; l’allenatore, che, quest’anno più degli altri, si è fatto carico di incombenze altrui, non mollando mai anche nel periodo più complicato.
Da ultimo, Lino: senza la sua incondizionata passione, non avremmo vissuto questi anni di gioie ed emozioni, che resteranno nella storia calcistica del nostro paese per sempre.
Grazie a tutti, e sempre in alto i gloriosi colori biancorossi: le persone passano, l’U.S.D. resta.
LA DIRIGENZA”