Tradizionale appuntamento questa sera a Vasto per la festa di Sant’Antonio di Padova. Nella chiesa a lui dedicata i protagonisti di questa solennità sono stati i bambini. In tanti e di tutte le età hanno ricevuto le medagliette benedette con l’effige del santo da padre Paolo Petrucci, che ha sostituito il convalescente don Stellerino D’Anniballe da sempre molto legato alla festa di Sant’Antonio e a questa giornata di festa.
Poi la statua del santo, con Gesù bambino in braccio e con un giglio in mano, simbolo di purezza, è stata portata in processione per le vie del centro storico dalla confraternita del Santissimo Sacramento, accompagnata in questo rito dalla confraternita dell’Addolorata. Una processione unica nel suo genere visti i tanti bimbi che vi partecipano.
Al rientro in chiesa padre Petrucci ha impartito la benedizione prima della celebrazione della santa messa. In chiesa c’è stata anche la distribuzione del ‘pane di Sant’Antonio’, altra tradizionale caratteristica della festa di Sant’Antonio di Padova.
[ads_sx]La storia. Fernando di Buglione nasce a Lisbona nel 1195. A 15 anni è novizio nel monastero di San Vincenzo, tra i Canonici Regolari di Sant’Agostino. Nel 1219, a 24 anni, viene ordinato prete. Nel 1220 giungono a Coimbra i corpi di cinque frati francescani decapitati in Marocco, dove si erano recati a predicare per ordine di Francesco d’Assisi. Ottenuto il permesso dal provinciale francescano di Spagna e dal priore agostiniano, Fernando entra nel romitorio dei Minori mutando il nome in Antonio. Invitato al Capitolo generale di Assisi, arriva con altri francescani a Santa Maria degli Angeli dove ha modo di ascoltare Francesco, ma non di conoscerlo personalmente. Per circa un anno e mezzo vive nell’eremo di Montepaolo. Su mandato dello stesso Francesco, inizierà poi a predicare in Romagna e poi nell’Italia settentrionale e in Francia. Nel 1227 diventa provinciale dell’Italia settentrionale proseguendo nell’opera di predicazione. Il 13 giugno 1231 si trova a Camposampiero e, sentondosi male, chiede di rientrare a Padova, dove vuole morire: spirerà nel convento dell’Arcella.