“Sulla mobilità sostenibile ci giochiamo il futuro” diceva il primo cittadino vastese Francesco Menna meno di un anno fa, durante l’inaugurazione della stazione di bike sharing a Vasto Marina [LEGGI]. Il futuro citato dal sindaco deve essere probabilmente ancora lontano.
Il tratto vastese della pista ciclabile San Salvo – Vasto ad oggi, con la stagione estiva alle porte e con gli amanti delle due ruote già in azione, evoca ben altri scenari.
Dopo le numerose segnalazioni arrivate in redazione, abbiamo percorso la pista. Il tratto peggiore è quello subito dopo il ponte sul torrente Buonanotte, una vera e propria selva oscura di dantesca memoria. Erbacce e arbusti invadono la carreggiata restringendola e costringendo i ciclisti a slalom per evitare di scontrarsi. La situazione si fa ancor più intricata con il passaggio dei pedoni (che lì non dovrebbero esserci).
Nello stesso tratto, pesantemente danneggiato due anni fa dall’esondazione del Buonanotte, parte della staccionata ha ceduto lasciando pericolosamente scoperto il fossato.
Le segnalazioni non riguardano solo la vegetazione incolta, ma anche una ripavimentazione che manca da anni; il risultato è un fondo sempre più sconnesso e la totale assenza di segnaletica orizzontale.
A completare il panorama della mobilità sostenibile vastese ci sarebbe poi la pista di contrada Lebba, ma lì, ormai, il tracciato è quasi sparito del tutto tra smottamenti, vegetazione, rifiuti [LEGGI] e meandri di un futuro che può evidentemente attendere.