“Quella macchina per noi aveva un grande valore affettivo”, dice Mario Tinari, il papà di Jessica, la ventiquattrenne di Vasto morta a gennaio, insieme al fidanzato, Marco Tanda, sotto le macerie dell’hotel Rigopiano di Farindola.
Rubata stanotte la Lancia Y bianca che Jessica guidava abitualmente.
“Era parcheggiata sotto casa, attaccata al muro esterno, in via Colonna”, racconta Mario Tinari. “La utilizzavamo ancora io e mia moglie, anche se abbiamo un’altra macchina. Dopo la morte di Jessica, mia moglie ha insistito perché non la vendessimo: era la sua auto, un ricordo di lei e non l’abbiamo venduta. Stanotte l’hanno rubata. Non abbiamo sentito rumori che potessero metterci in allerta. Abbiamo sporto denuncia ai carabinieri. Vorrei che. attraverso la stampa. si lanciasse un messaggio: per me e mia moglie, quell’automobile ha un valore affettivo molto grande, anche se immagino che, a chi l’ha rubata, importi poco il valore simbolico che ha per noi”.