Nei primi mesi di quest’anno ci sono stati numerosi cambiamenti nella nostra città, alcuni tali da modificare il suo stesso assetto urbano e demografico. Queste novità, inoltre, portano con se i presagi di ulteriori sovvertimenti, i cui effetti non tarderanno a manifestarsi e porteranno tutta la nostra zona a cambiare completamente assetto.
Oggi, 2 giugno, Festa della Repubblica, ricorre un importante anniversario che appare non solo occasione di festeggiamento, ma anche di riflessione su quanto è avvenuto e quanto sta per avvenire. Ripercorriamo insieme le principali tappe delle grandi novità emerse e cerchiamo di capirne insieme i motivi e gli effetti che esse produrranno.
La grande notizia di inizio anno, di cui abbiamo anche parlato su questa testata, è stata sicuramente la vendita di Palazzo D’Avalos alla China Ospice, la nota catena di sanità privata specializzata nell’outplacement geriatrico di facoltosi asiatici in età avanzata. Si tratta ormai del terzo passaggio di proprietà e tutti sperano che finalmente il Palazzo possa godere di maggior fortuna, dopo la sua alienazione avvenuta a fine anni ’20 e i successivi impieghi come Luxury Hotel e, successivamente, come Casinò.
La speranza della cittadinanza era soprattutto che la nuova proprietà cinese riaprisse almeno parte della pinacoteca e del giardino alla napoletana, una volta tanto caro ai “vastesi”. La speranza, finora, è stata delusa perché le sale ed il giardino sono stati tutti riservati all’esclusivo uso interno. Il personale della residenza racconta sotto anonimato che le grandi tele del Palizzi e degli altri pittori ottocenteschi sono state tutte utilizzate per adornare le belle stanze degli ospiti. Sicuramente il pensiero di aver perso la disponibilità di una testimonianza così importante del nostro passato continua a pesare sulla coscienza dei tanti che, illusi dalle promesse del quarto governo Renzi, votarono SI al referendum sul PIPI – Piano Italiano Privatizzazioni Immobili, nell’ormai lontano 2023.
A febbraio, l’annuncio della chiusura definitiva dei due stabilimenti di San Salvo da parte della Mindal Inc. ha suscitato notevole preoccupazione per il futuro del 250 occupati. L’assicurazione di un lavoro sostitutivo come guide turistiche in lingua Hindi e Tamil per la regione Sud-Adriatica (ricordiamo che molti lavoratori sono immigrati di origine indiana e che in fabbrica si parlano correntemente queste lingue) ha portato però ad un rapido accordo per lo smantellamento degli impianti residui dell’ex zona industriale.
Anche in quell’occasione abbiamo ricordato come non sia tanto ai 250 occupati attuali che bisogna guardare, ma ai 5.000 occupati che SIV e Magneti Marelli avevano raggiunto più di 50 anni fa. I due impianti, infatti, costituivano una volta un’eccellenza nei rispettivi settori del vetro e dell’elettronica. I successivi, innumerevoli passaggi di proprietà, fino all’acquisizione da parte del colosso indiano nel 2035 per farne un satellite della fornitura del grande centro siderurgico di Taranto, hanno segnato un destino ineluttabile che quest’anno è semplicemente arrivato alla sua conclusione.
Pochi giorni dopo, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata anche la chiusura di Thermaland, che, ricordiamolo, è stato il più grande parco divertimenti tematico di un centro storico del Sud-Adriatico per oltre 15 anni. Nato con capitale inglese sulle vecchie terme romane di Histonium, l’operazione aveva consentito la riapertura del sito che era stato sostanzialmente abbandonato fin dai primi anni 2000. La costituzione degli Stati Uniti d’Atlantico con l’ingresso definitivo della Gran Bretagna nell’orbita statunitense aveva portato il parco ad una crescita straordinaria, con l’afflusso ogni anno di migliaia di visitatori americani e la sua espansione in tutto il centro storico, con il tanto discusso scavo dell’ex Piazza Rossetti e con la ricostruzione dell’anfiteatro a grandezza naturale.
Gli oltre 1000 operatori del parco (gladiatori, massaggiatrici, cuochi, suonatori di cembalo, ecc.) stanno ancora aspettando di conoscere le intenzioni della nuova proprietà, che però tarda ad essere definita, stante il notevole prezzo che la British Empire Inc. richiede per l’impianto di oltre 2 km quadrati. Fortunatamente la continua svalutazione del Nuovo Euro del Sud, che dalla sua introduzione nel 2045 ha perso già il 200% del suo valore, renderà l’operazione sempre più appetibile per una nuova cordata che, a quanto dicono i soliti ben informati, potrebbe essere di imprenditori kazaki.
A inizio aprile, ricordiamo, è stato ufficializzato il nuovo nome della nostra città, scelto, a detta del sindaco, per “renderne più facile e dolce la pronuncia per gli onorevolissimi ospiti stranieri”. La scelta del nome composito “Lu Uast” è sembrata ai più un omaggio all’antico dialetto cittadino, parlato ormai solo in alcune frazioni. In realtà, le solite voci di corridoio hanno da subito rivelato che, sulla scelta del nostro municipio, hanno pesantemente influito le pressioni dell’agenzia viaggi di stato della Cina, la China Holidays, che avrebbe altrimenti minacciato di chiudere la Vastese calcio e trasformare il CH Stadium (l’ex Aragona) in una serra coperta.
Certamente “Lu Uast” (che in cinese mandarino ha una precisa assonanza con le parole che significano “Grande Terra”) non è dispiaciuto ai più e tutti si sono abituati alla nuova dizione dopo la sostituzione dei segnali stradali nelle 24 ore successive. Allo stesso tempo, alcuni hanno considerato anche questo un importante segno dei tempi.
La notizia del mese scorso è stata, probabilmente, la più terribile di tutte. Il crollo definitivo del costone di Punta Aderci non solo priva Lu Uast di una fonte importante di lavoro e di reddito, ma la priva della sua stessa identità, dell’immagine che l’ha accompagnata in questi anni di ricollocamento nei circuiti internazionali del private luxury holiday e del geriatric outplacement.
Certo, in molti avevano più volte avvisato del fatto che il megastabilimento balneare posizionato sul promontorio non fosse sostenibile da un punto di vista ambientale. Erano stati tacciati di essere antichi e superati, gli era stato detto che la privatizzazione era necessaria e che uno stabilimento con eliporto avrebbe consentito finalmente lo sviluppo di quella clientela di alto livello che era sempre mancata. Non nego che questo abbia consentito per 5 o 6 anni di alzare il livello delle presenze turistiche, ma i lavori per la quarta piscina a strapiombo sulla scogliera sono stati fatali per una situazione idrogeologica che appariva già molto compromessa.
In questo mese di giugno, la notizia più importante appare certamente quella dell’avvio del tanto atteso CACA – Concessione Abbattimento Case e Annessi, il piano lanciato lo scorso anno dalla Governatrice Francesca Pascale Berlusconi per ridurre l’enorme patrimonio edilizio inutilizzato e sottoutilizzato del nostro paese. A Lu Uast si stima ci siano ora oltre 10.000 unità abitative vuote, risalenti per lo più a prima degli anni ’10. Interi palazzi di 40 anni, abitati per pochi anni o mai abitati, mai oggetto di manutenzione, ormai fatiscenti e fonte di tassazione pressoché insostenibile per i loro sfortunati possessori.
Il piano della Pascale Berlusconi è atteso come una manna dai tanti sfortunati che hanno ricevuto questi alloggi in eredità negli scorsi anni e che hanno tentato di alienarli in tutti modi, senza riuscirci, vista anche la stretta dei precedenti governi nel riconoscerne forzosamente la proprietà nell’asse ereditario fino al settimo grado di parentela. Allo stesso tempo, essendo la tassazione sugli immobili diventata l’unica fonte di sostegno di tante comunità locali, si pensa che questa misura, in base al tasso di adesione, potrà portare al default fra il 30% ed il 40% dei comuni Italiani.
Oggi, quindi, festa della Repubblica che compie ben 101 anni, appare il giorno giusto per tracciare un bilancio di questo 2047. Non è un anno qualsiasi. Lu Uast, che tanto era cresciuta nei primi 100 anni dopo l’ultima guerra tradizionale, appare purtroppo sulla parabola del declino. Gli effetti della sconfitta dell’Italia nella prima guerra mondiale informatica e il suo status di protettorato cino-indiano non hanno fatto altro che aggravare una situazione già ampiamente compromessa.
Per la prima volta in 101 anni, la città ha perso residenti (che sono scesi adesso sotto i 50.000). L’afflusso di abitanti dalle città dell’entroterra (ricordiamolo, una volta erano decine i comuni del vastese, adesso i due raggruppamenti intercomunali Valtrigno e Valsinello raggiungono a malapena i 3000 abitanti ciascuno) è cessato da tempo e neanche l’immigrazione riesce a controbilanciare l’invecchiamento della popolazione.
Il potere di acquisto delle pensioni statali, dopo il pieno dispiegamento degli effetti della riforma Dini del 1994, dagli anni ’30 in avanti ha ridotto quella metà di popolazione al di sopra dei 65 anni in sostanziale stato di povertà. Molti di noi sopravvivono di fatto con le rimesse dei figli emigrati a Dubai o in altre regioni economicamente solide.
Il Nuovo Euro del Sud, incredibilmente, ha fatto rimpiangere il vecchio caro “Neuro”, il Nuovo Euro introdotto dal Premier Draghi negli anni ’20. L’inflazione volutamente procurata negli ultimi anni ha consentito di attrarre turisti e investitori dall’estero, ma a scapito della capacità di acquisto dei beni importati (ormai la quasi totalità dei nostri consumi) e dell’azzeramento degli antichi patrimoni familiari.
Cosa dire, allora, in questo giorno di festa? Speriamo solo che la nostra esperienza di paese una volta leader e oggi in caduta libera serva di esempio ad altre economie che ricordano l’Italia di 50 anni fa e che potrebbero fare, fra qualche anno, la nostra stessa fine.
Errata Corrige – Mi sono appena accorto di aver pubblicato per errore l’editoriale del 2 giugno 2047 al posto di quello del 2 giugno 2017. Non potendo più modificarlo, me ne scuso con i lettori. Buona festa.