È Jury Chechi l’ospite d’onore della settima edizione di Ragazzi in corsa, appuntamento organizzato dalla Podistica San Salvo con il prezioso sostegno della Fondazione BCC Valle del Trigno e il Comune di San Salvo. L’ex ginnasta, oro negli anelli ad Atlanta ’96 e bronzo ad Atene 2004, ha partecipato ieri all’incontro presso l’auditorium della BCC Valle del Trigno con la partecipazione di cittadini e associazioni sportive. Pasqualino Onofrillo, presentatore della serata, ha ricordato una ad una le grandi imprese del Signore degli anelli, ospite della manifestazione di San Salvo dopo altri grandi campioni dello sport italiano e mondiale come Sara Simeoni, l’indimenticato Pietro Menna, Fiona May, Stefano Baldini e Annalisa Minetti.
Dopo i saluti del sindaco Tiziana Magnacca i relatori hanno illustrato i valori di una manifestazione come Ragazzi in corsa che, questa mattina, coinvolge oltre 250 studenti in gare di atletica. Erano presenti Nicola D’Alessandro, vice presidente della fondazione BCC Valle del Trigno, il presidente del Coni Abruzzo Enzo Imbastaro, lo speaker sportivo Roberto Paoletti, il primario di Medicina del San Pio di Vasto Lucio Del Forno, il vicepresidente Arda Egidio Scardapane e il presidente della Podistica San Salvo Michele Colamarino. Presente per i saluti finali anche il presidente della BCC Valle del Trigno Nicola Valentini.
“Fare sport è importantissimo – ha detto Jury Chechi nel suo intervento -. Io da piccolo li ho provati un po’ tutti prima di innamorarmi dell’atletica. In un tema alle elementari scrissi che da grande avrei voluto vincere le Olimpiadi e alla fine ce l’ho fatta”. Nelle sue parole emergono chiari impegno e passione uniti alla consapevolezza che la pratica sportiva e una sana alimentazione sono alla base di un corretto stile di vita oltre che fondamentali per raggiungere grandi traguardi. Se il suo sogno di bambino ha trovato compimento ad Atlanta nel 1996, con la vittoria della medaglia d’oro agli anelli, qualche anno più tardi Chechi ha realizzato un altro sogno. La rottura di un tendine in allenamento che gli ha impedito di partecipare alle olimpiadi di Sidney nel 2000 non ha messo fine alla sua carriera, nonostante i pareri degli esperti e dello stesso medico che l’aveva operato. “Ho fatto miei i versi della poesia Invictus non importa quanto stretto sia il passaggio, quanto piena di castighi la vita, io sono il padrone del mio destino: io sono il capitano della mia anima e ho lavorato sodo per partecipare alle olimpiadi di Atene”. Com’è andata a finire gli sportivi italiani lo ricordano bene, con quel braccio al cielo dopo il suo esercizio agli anelli che gli è valso un bronzo “che per me vale davvero più dell’oro di 8 anni prima. Lì ho capito che se ci credi fino in fondo tutti i sogni sono realizzabili“.