Senza lavoro ormai da anni, tranne qualche impiego stagionale: tante ore, pochi soldi per i soli tre mesi della stagione balneare che, a Vasto, è da sempre troppo corta.
Con moglie, disoccupata anche lei, e un bimbo di sei mesi, A.P., un trentaduenne vastese, sperava almeno di poter entrare nella graduatoria dei voucher comunali. Ma neanche quelli, visto che di recente sono stati aboliti dal Governo Gentiloni. Erano assurti a simbolo della precarietà del lavoro e si era anche scoperto che c’erano imprese che ci marciavano. Ma non sono state ancora ideate alternative per assicurare un reddito minimo alle persone in difficoltà.
A.P. si rivolge a Zonalocale.it per raccontare la sua storia di difficoltà quotidiane e lanciare un appello a chiunque possa dargli un’opportunità: “Per me, l’ultima assunzione risale al 2012. Poi, per circa un anno, ho lavorato nell’attività di mia moglie, ma siamo stati costretti a chiuderla per via della crisi. Abbiamo un figlio di sei mesi e mezzo e non riusciamo più neanche a pagare l’affitto di casa: 380 euro mensili. A giugno inizierò un lavoro stagionale a Vasto Marina. Tre mesi, 13 ore al giorno per uno stipendio da 700 euro al mese. Sono disposto a fare questi sacrifici e li farò, almeno riuscirò a pagare l’affitto. Ma a settembre mi ritroverò nella stessa condizione di oggi: reddito zero. Per fare la spesa, andiamo all’emporio della solidarietà della parrocchia di San Paolo, non mi vergogno a dirlo, perché è la verità.
Mi sono rivolto al Comune di Vasto e anche a quello di San Salvo, dove risiedono alcuni miei parenti. Niente da fare, se non la domanda di sussidio che ho presentato a Vasto. Avevo anche fatto richiesta di voucher e forse sarei riuscito a ottenere un posto utile in graduatoria, visto che attualmente non ho reddito e ho un bimbo a carico. Ma niente da fare, i voucher sono stati aboliti” da un decreto del Governo.
A Vasto sono state più di 300 le persone che hanno presentato la domanda. “Pensavo stilassero ugualmente la graduatoria e provvedessero a trovare una soluzione alternativa. Ho sentito che sarebbero possibili i contratti a chiamata. Ma la graduatoria non c’è. Non mi resta che rivolgere un appello a chiunque possa offrirmi una possibilità di lavoro che consenta a me e ai miei cari di vivere dignitosamente”.