Il pensiero manifestato qualche mese fa dal Sindaco di Vasto, circa l’interesse alla creazione dell’area metropolitana del Vastese, offre l’opportunità di iniziare quel dialogo che sarebbe dovuto avvenire quarant’anni fa. Per adesso, probabilmente, l’interesse è solo una riflessione ad alta voce; una riflessione importante, tuttavia, perché strizza, finalmente, l’occhiolino al territorio ed i vari amministratori locali non possono lasciarsi sfuggire l’occasione per essere propositivi.
È il momento, quindi, di raccogliere questo aiuto/auspicio insperato, smettendo di giocare al si salvi chi può e guardare oltre i facili quanto inutili campanilismi, che soffocano le voci di ciascuno e conducono, inevitabilmente ed indistintamente, all’emarginazione di tutti, in un mare di se e ma. È tempo di pensare ad una visione d’insieme delle problematiche locali, promuovere azioni organiche e agire in sinergia, prendendo coscienza che la valorizzazione dell’entroterra potrà essere conseguita solo attraverso la cooperazione, la condivisione di progetti che superino i confini territoriali, con la consapevolezza che un territorio unito rappresenta una forza notevole.
È superfluo sottolineare, allo stato, la delicata situazione complessiva del Vastese e, in particolare, la lenta agonia dell’Alto vastese, dove la chiusura di un’azienda, di una scuola, di un reparto ospedaliero, di una circoscrizione di Guardia Medica o di un semplice studio medico di medicina generale, non fa neanche più notizia, assuefatto, oramai, ad un inevitabile declino, dove insistono e resistono comunità che hanno rinunciato anche ad indignarsi, troppo scarne per suscitare l’interessamento di chicchessia, e tanto meno della politica.
È sufficiente uno sguardo alle strade per rendersi conto dello stato di abbandono in cui versa l’intero territorio, già penalizzato da una viabilità più vicina ai paesi in via di sviluppo che ad una fascia costiera a forte afflusso turistico, un Fondo Valle Treste in costruzione da tempi immemorabili (seconda, forse, solo alla tristemente nota Salerno-Reggio Calabria) ed il cui completamento, al momento, è rimesso sine die. Gettando uno sguardo sull’intero territorio abruzzese, è davvero difficile scorgere un territorio adiacente alla fascia costiera così disastrato e trascurato. Un giusto rimbrotto, quindi, va a quanti hanno preceduto il Sindaco di Vasto ed a quella politica cieca ed ottusa che non ha visto, o ha evitato volutamente di farlo, le potenzialità, a poco più di venti km dalla fascia costiera, di una montagna, che rappresenta una risorsa, un valore aggiunto anche per la costa stessa, notoriamente carente di offerte alternative al turismo balneare. Un territorio che porta in dote la possibilità di ottimizzare al meglio il governo del tempo libero, di fine settimana, rivolto anche alla terza età, magari straniera.
Poiché l’iniziativa privata risulta insufficiente, l’attenzione manifestata dal Sindaco di Vasto apre un spiraglio, piccolo ma necessario per continuare a sperare in una valorizzazione dell’entroterra. E dispiace leggere, di tanto in tanto, di possibili centrali biomasse in questo o quel Comune. Dispiace perché il Vastese è natura e la natura non dovrà diventare mai una discarica.
Ezio D’Ottavio