In questi giorni le vie principali di Vasto sono interessate dal rifacimento del manto stradale in vista del passaggio della nona tappa del Giro d’Italia. I lavori, eseguiti in evidente regime di urgenza, termineranno giusto in tempo per l’arrivo della “carovana rosa”. Intanto i cittadini subiscono malvolentieri le limitazioni al traffico imposte dai lavori, con il blocco totale delle principali arterie cittadine.
Molti se ne lamentano e si chiedono perché attendere così tanto per sistemare strade talmente malmesse da aver sollevato già numerosi interpelli e petizioni. La situazione della rete viaria cittadina è compromessa da tempo e, soprattutto, erano gravemente malridotte le due principali strade di accesso al centro dal litorale, Via Histonia e Via del Porto.
Alcuni cittadini si chiedono, soprattutto, perché servizi fondamentali come la viabilità debbano essere oggetto di manutenzione solo in occasione di una manifestazione sportiva e non in base ad una periodica programmazione: “Perché i ciclisti sì e i cittadini no”? Nonostante una strada senza buche faccia comodo a tutti, si sentono un po’ come se portassero la “maglia nera” e lo dicono apertamente: “Siamo stanchi di essere presi in giro!”.
Il senso di smarrimento di fronte alla comparsa di una schiacciasassi che spiana l’asfalto ancora fumante è talmente forte nel cittadino vastese da aver effettivamente provocato veri e propri attacchi di panico. Evidentemente, il riaffiorare dei ricordi di gioventù (abbastanza lontana, visto che di asfalto nuovo è un bel po’ che non se ne vedeva…) deve aver messo a dura prova le coronarie di parecchi dei nostri concittadini.
Scene molto divertenti ci sono state soprattutto nel primo tratto di Corso Mazzini, dove ho la ventura di avere il mio ufficio. Dalla finestra, ieri era facile osservare qualche automobile temeraria che cercava di forzare il blocco con la scusa di dover rientrare in casa (molte strade verso monte sono cieche e hanno solo quello sbocco), oppure di dover raggiungere con urgenza l’ospedale. Prima gli alterchi con gli addetti, poi la gimkana fra le pezze d’asfalto rovente hanno rappresentato un diversivo al lavoro durante un po’ tutta la giornata.
Uscito a prendere un caffè, ho anche incontrato un amico che ha chiesto il mio parere. Anzi, mi ha proprio espressamente chiesto di scriverne sull’editoriale di questo venerdì. “Sono anni che chiediamo di rifare la strada che sale dalla Marina! Abbiamo addirittura proposto di pagarla noi cittadini! C’hanno detto che non si poteva… e ora la rifanno in 2 giorni per il passaggio del Giro d’Italia! È tutta una presa in giro!”.
Che dire? Non sono certo la persona più indicata a parlare oggettivamente di qualcosa che abbia a che fare con il Giro d’Italia. Ho una tale passione per la fatica della bicicletta che potrei dire di avere gli occhiali con le lenti colorate di rosa. Diversi chili fa spingevo anche io la pedivella alla domenica (un bel modo per dire che rendevo l’anima sulle salite che, di settimana in settimana, diventavano sempre più ripide…) e ricordo con grande emozione l’arrivo a Vasto della tappa del 1983, quando vinse per distacco lo sconosciuto Edoardo Chozas.
Premesso che, fosse per me, il Giro d’Italia dovrebbe passare da Vasto tutti gli anni, faccio una semplice considerazione. Il mio amico (e, con lui, tutti i vastesi che si indignano) ha assolutamente ragione su di un punto: le strade facevano abbastanza schifo e sarebbe stato meglio le avessero sistemate prima. Però, forse, non considerano che la via Histonia (tecnicamente Strada Provinciale 212, ex Strada Statale 86) è di pertinenza regionale e che per il suo rifacimento, la regione stessa ha stanziato per l’occasione del Giro ben 156.000 euro, finanziati con delibera del CIPE, quindi addirittura con fondi statali.
L’amministrazione cittadina ha evidentemente approfittato dell’occasione (o, da un altro punto di vista, è stata costretta dalla situazione…) per rimettere mano anche alle altre strade interessate che, fortunatamente, rappresentano le principali vie di accesso al centro cittadino ed il cui asfalto rinnovato rappresenterà sicuramente un buon investimento per l’inizio della prossima stagione estiva.
Certo, sarebbe bello vivere in un’Italia ancora capace di fare programmazione sul lungo termine, di mantenere al meglio tutte le sue infrastrutture, di non lasciare che si creino crateri lunari sulle strade e che non cadano ponti in calcestruzzo costruiti solo qualche decennio fa…
Però, evidentemente, questo oggi non ci è dato. Come ebbe a scrivere un grande sindaco di Roma (non Virginia Raggi, mi riferivo a Ernesto Nathan, inizio ‘900…), “Non c’è trippa per gatti”. E, quando bisogna fare economia, “A caval donato non si guarda in bocca”.
Perciò, bene che ci sia il Giro e che, in questa occasione, si possano utilizzare fondi altrimenti non disponibili per migliorare la città. Con un piccolo sacrificio da parte di alcuni (anche mio, considerando dove ho dovuto parcheggiare in questi giorni!), ma a successivo beneficio di tutti.
Il Giro, infatti, quando passa richiede attenzione. Richiede il nostro tempo e alcuni dei nostri spazi. Diciamo che il Giro qualcosa da noi lo prende. Però qualcosa sa anche darlo: visibilità, sport, tradizione, festa e anche strade nuove.
A Vasto succede più o meno ogni 10 anni. E meno male che succede. Allora, per una volta, approfittiamone anche noi e prendiamo ciò che c’è di buono nel Giro d’Italia. Perché, a volte, non resta altro da fare che prendere in Giro!