Ivo Menna accende i fari su quello che è considerato “patrimonio sostanzialmente inutilizzato e scarsamente conosciuto dalla nostra città”, nello specifico il Castello caldoresco e il Parco diomedeo.
“Il Parco diomedeo che si estende dai confini della provinciale Histonia fino ai confini della statale 16 per circa 33mila metri quadri, – scrive Menna – abbandonati alla incuria per oltre 30 anni e che forse aspetta qualche neo speculatore per appropriarsene a quattro soldi. Una volta su una parte di questi terreni abbandonati – di cui si porta intera la responsabilità ogni classe dirigente succeduta al potere cittadino – prosperava un vivaio molto ricco e articolato mantenuto dagli operai del Comune. Ma probabilmente il verde e gli alberi non fanno parte della natura e non assolvono a un profitto economico, secondo la interpretazione culturale dei vari politici, e quindi non rappresentano un patrimonio naturale che contrasta i fenomeni della alterazione climatica fattasi ormai sempre più evidente come riconosciuto dai piu grandi scienziati e climatologi”.
Capitolo a parte il Castello caldoresco: “In multiproprietà, poiché la vecchia proprietà ha inteso nel tempo vendere e frazionare, il Comune di Vasto possiede il fossato che circonda piazza Barbacani e parte di piazza Diomede, e il ponte levatoio. Il palazzo è lasciato al degrado e alla fatiscenza, basta osservare le imposte e finestre, e le parti alte murate in cui fioriscono erbe rampicanti e perfino una vegetazione di capperi! E sembra che nessuno del comune di Vasto si accorga di questo degrado. Non potrebbe il comune intervenire per acquisire le parti restanti del palazzo storico monumentale con una trattativa con le parti private?”.