“Un’iniziativa totalmente fallimentare, con enorme sperpero di denaro pubblico di cui, a oggi, non si conoscono ancora le condizioni, né l’ammontare della spesa per l’ente. Che fine ha fatto il bike sharing del Comune di Lanciano? Quanto è costato alle tasche dei contribuenti? Di chi sono le responsabilità?”. Così Nico Barone interviene sul progetto di bike sharing a Lanciano ormai fermo da più di un anno.
Inaugurato nel corso del primo mandato dell’amministrazione Pupillo, il bike sharing metteva a disposizione dei cittadini 44 biciclette elettriche e 22 normali, in 8 postazioni installate nel centro di Lanciano. Ma da subito il servizio ha iniziato a scricchiolare ed a mostrare tutte le sue criticità.
“I periodi di sospensione dell’iniziativa – denuncia Barone – sono stati superiori a quelli in cui i lancianesi hanno potuto realmente usufruire delle biciclette del Comune. Colpa del vandalismo, ma anche, e soprattutto, dell’abbandono delle bici da parte dell’istituzione che avrebbe dovuto proteggerle. Perché non si è provveduto a risolvere le criticità incontrate nel corso della sperimentazione? Perché non è stato ideato un metodo per proteggere le due ruote dalle intemperie? Perché non sono stati intensificati i controlli per scoraggiare i vandali?” si chiede Barone.
“Un anno fa – ricorda – nel pieno della campagna elettorale, l’attuale assessore Giacinto Verna, allora capogruppo di Progetto Lanciano, annunciò: ‘Se l’attuale amministrazione comunale dovesse essere riconfermata, il rafforzamento del servizio sarà tra le prime azioni’. Ma erano solo promesse da campagna elettorale. Tanto è vero che qualche mese dopo, a novembre 2016, l’assessore Francesca Caporale ammise che il 90% delle biciclette è danneggiato e conservato in magazzini di proprietà comunale. E, oggi, il servizio è ancora completamente fermo, ne se ne conoscono le sorti”.
“E allora ci chiediamo – conclude Barone – quale sarà il futuro del bike sharing? Quanto è costato finora ai lancianesi? Quanto costerà la sua riattivazione, se è prevista? Vogliamo sapere i nomi dei responsabili di questo sperpero di denaro pubblico, che devono risposte chiare ai cittadini di Lanciano”.