Pochi minuti, tanti danni. La grandinata nella notte tra Pasqua e Pasquetta ha messo in grande difficoltà i coltivatori della zona, soprattutto quelli della pianura sansalvese. L’area più colpita è stata quella che va dalla strada provinciale per Montenero di Bisaccia al mare; danni più lievi per le colture nella fascia cupellese.
Il quadro va peggiorando giorno dopo giorno, man mano che la ricognizione dei danni va avanti. A delineare lo scenario è il presidente della cooperativa Euro Ortofrutticola del Trigno, Nicolino Torricella. Per l’area sansalvese gli ultimi quattro anni non sono stati fortunati: la grandine ha colpito duro tre volte prendendosi una pausa solo nel 2015.
“Stiamo stimando i danni e devo dire che più passano i giorni e più sono più evidenti – dice Torricella a zonalocale.it – Si è trattato di una grandinata molto violenta che ha buttato i frutti a terra, non li ha solo danneggiati sulla pianta”.
I grossi chicchi di grandine hanno risparmiato pochissime coltivazioni: “I problemi riguardano tutta la frutta estiva e non solo: pesche, albicocche, ciliege, nettarine, susine. La grandine ha poi preso anche l’uva in fase di germogliamento che ora rischia di non produrre grappoli e gli ortaggi (fave e piselli). A essere risparmiati sono stati i carciofi e l’ulivo perché non entra ancora in fioritura”.
Una volta terminata la ricognizione, si passerà alla fase burocratica per coloro che sono assicurati: “Consigliamo sempre ai soci di assicurarsi, è l’unica arma a nostra disposizione considerato che qui non è ancora diffuso l’uso dei teli antigrandine. Per quanto riguarda lo stato di calamità, non ci è concessa la richiesta perché la legge ministeriale lo esclude per le coltivazioni assicurabili. L’agricoltore sta sotto il cielo, sa che può arrivare la grandine, non ci sorprendiamo, ma dispiace perdere un anno di lavoro. Prima si riusciva ad ammortizzare di più questi eventi grazie a rese maggiori. Oggi difficilmente senza un’assicurazione si riescono ad ammortizzare almeno i costi di produzione“.
La preoccupazione è non riuscire a soddisfare gli ordinativi programmati da tempo e non solo. La cooperativa ha infatti avviato da tempo operazioni promozionali oltre confine e il timore è che il marchio possa risentirne: “Ci troveremo sicuramente in difficoltà come cooperativa perché non possiamo rifornire la clientela che abbiamo. È un danno anche per la nostra struttura perché stiamo promuovendo i nostri prodotti all’estero e per il marchio non sarà semplice”.
I frutti con i danni più lievi probabilmente troveranno una collocazione sul mercato, ma per il resto l’unica speranza è l’industria di trasformazione con un drastico calo della resa economica: “Il mercato con la globalizzazione è sempre più esigente, le pesche ormai arrivano da tante parti come Spagna e Marocco. Se non conviene commercializzarlo, si dovrà ricorrere all’industria di trasformazione (succhi di frutta, marmellate ecc.) che paga tra 8 e 10 cent. a chilo“.
LE RICHIESTE DEL SINDACO – Il sindaco Tiziana Magnacca si è rivolto al Presidente della Regione D’Alfonso, all’assessore regionale alle Politiche agricole Pepe e al presidente della Commissione agricoltura Berardinetti chiedendo provvedimenti “per dare sollievo agli agricoltori dopo questa ennesima situazione di disagio” e un incontro urgente in commissione Agricoltura.