L’aver portato sui binari della politicizzazione la vicenda dei sovracanoni che il concessionario Acea di Roma deve ai 41 comuni del BIM del Sangro (Bacino Imbrifero Montano) apre un ampio dibattito tra sindaci. Per primo, il sindaco di Fallo, Alfredo Salerno, si è detto sorpreso, quale comune capofila, del recente incontro avuto a Roma con Acea dal Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, e dal consigliere regionale Alessio Monaco per giungere a un accordo di transazione sui 3 milioni e 600 mila euro che i comuni attendono per le somme dal 2013 al 2017.
Salerno si era risentito dell’improvviso scavalcamento e della mancata informazione istituzionale o di cortesia nell’imminenza dell’accordo, paventando l’ipotesi che ora tutti se ne vogliono assumere la paternità. Sull’antefatto della vicenda interviene il sindaco di Montelapiano, Arturo Scopino, esponente di spicco che ricopre anche l’incarico di Commissario della Comunità Montana di Villa Santa Maria, nonché quello di assessore provinciale alla Viabilità.
“Al comune di Fallo – dice Scopino – si riconosce solo l’impegno profuso nello stimolare i Comuni e nel portare avanti un azione tendente al riconoscimento dei sovracanoni dovuti, tuttavia non si può prescindere dal denunciare un limite rilevante, ossia quello di aver politicizzato l’iniziativa coinvolgendo esponenti di partiti in pseudo interessamenti che di fatto non hanno portato a nulla, se non ad intraprendere iniziative già avviate dalla Regione Abruzzo tendenti a diffidare la Società Acea”.
Il suo pensiero Arturo Scopino l’ha comunicato ai colleghi sindaci aderenti al Bim ripercorrendo le fasi salienti dell’intera vicenda. “Il comune di Fallo – precisa Scopino – ha goduto della fiducia di vari Comuni che lo hanno individuato Ente Capofila con deliberazione di Giunta Comunale del 2013 nella quale si è approvato un accordo con il comune di Fallo tendente ad avviare tutte le procedure per ottenere i sovracanoni BIM e Rivieraschi non corrisposti dai Concessionari, relativi alle centrali idroelettriche ricadenti nel bacino imbrifero del fiume Sangro e interconnessi. Lo stesso comune è stato autorizzato ad affidare a professionisti esperti in materia di centrali idroelettriche l’incarico tecnico per la rideterminazione e ripartizione dei sovracanoni BIM e Rivieraschi. Con mail del 6 giugno 2016 – aggiunge Scopino – il comune di Fallo ha comunicato agli altri comuni interessati che lo stesso si fa da parte non costituendosi più e liberando ogni Comune a prendere qualsiasi iniziativa ritenga opportuna”.
Inoltre per Arturo Scopino “Da questi richiami si comprende che il comune di Fallo inizialmente è stato autorizzato dai Comuni interessati esclusivamente per affidare a professionisti esperti in materia di centrali idroelettriche l’incarico tecnico per la rideterminazione e ripartizione dei sovracanoni BIM e Rivieraschi e che successivamente, a far data dal 6 giugno 2016, tirandosi indietro, ha liberato i Comuni nel prendere qualsiasi iniziativa in ordine alla determinazione e al recupero dei sovracanoni. Come ha potuto il comune di Fallo, dopo aver fatto dietro front, continuare ad esercitare il ruolo di Ente Capofila e a rappresentare i Comuni? – si chiede Scopino. Con questo atteggiamento il comune di Fallo ha cagionato danni o utilità ai comuni? Il risultato è che il comune di Fallo dopo 4 anni di attività è riuscito ad ottenere dalla Società Acea un impegno informale del pagamento del 40% dei sovracanoni dovuti senza alcun impegno per il futuro, praticamente nulla. L’inconcludenza del comune di Fallo, – rimarca ancora Arturo Scopino – ha portato i sindaci dei Comuni membri del Bim Sangro, tra cui Montelapiano, ad avviare altre iniziative, e ad inizio aprile diversi Comuni hanno presentato una diffida formale all’Acea, a mezzo di legale di fiducia, per il pagamento dei sovracanoni dovuti, ed hanno, nel contempo, interessato la Regione Abruzzo, tramite il Consigliere Regionale Alessio Monaco, a seguire direttamente e concretamente la vicenda. Oggi, solo grazie al Presidente della Giunta Regionale Luciano D’Alfonso, dopo tanto tempo trascorso con fiumi di parole e promesse, la questione assume finalmente una prospettiva reale. Il sindaco di Fallo avrebbe ben dovuto esultare del risultato ottenuto dalla Regione ed invece, stranamente, polemizza su chi ha fatto cosa e sui meriti da attribuire, senza soffermarsi sul fatto che i Comuni membri del Bim Sangro hanno finalmente raggiunto l’obiettivo prefissato, tanto caro al Comune di Fallo. Il rammarico che denoto è che i Comuni appartenenti al Bim Sangro vantano queste somme da decenni e che mai nel tempo la Regione Abruzzo ha assunto una posizione al riguardo, lasciando i Comuni soli, indifesi, e che esponenti politici di movimenti cosmici si ergono a paladini del bene comune e alla difesa degli interessi dei piccoli comuni senza preoccuparsi di intervenire proprio lì dove effettivamente avrebbero potuto risolvere la vicenda, ossia Al Comune di Roma, Ente che detiene la maggioranza delle quote della Società Acea, occupandosi purtroppo di ben altro. Ma tant’è”.