Per ora la probabilità dell’addio è al 90%, condizionato dall’eventuale necessità di una candidatura di servizio, ma il dado è ormai tratto: Gabriele Marchese e Domenico Di Stefano (eletti in San Salvo Democratica) non siederanno più nei banchi dell’amministrazione comunale di San Salvo seppur impegnati nella campagna elettorale pro-Angelo Angelucci.
Dell’opposizione eletta cinque anni fa ai nastri di partenza dell’11 giugno saranno probabilmente presenti solo due membri su sei: Nicola Sannino (gruppo misto, che sta valutando la ricandidatura) e il già citato Angelucci a capo della coalizione che si presenterà sabato prossimo.
Arnaldo Mariotti e Luciano Cilli avevano già salutato la sfida elettorale nella prima presentazione di Gennaro Luciano del 27 gennaio scorso [LEGGI]. A loro quattro, nella lista di chi non si ripresenterà, si aggiungono i due membri della maggioranza Angiolino Chiacchia e Fernando Artese, unici due esponenti di maggioranza e giunta ad aver deciso in questa direzione [LEGGI].
54 ANNI IN DUE – L’avventura di Marchese è partita da consigliere di opposizione con il Pci nel lontano 1982, quando a capo dell’amministrazione c’era Rinaldo Altieri. Da lì, poi, la graduale scalata: capogruppo, vicesindaco, assessore e primo cittadino dal 2002 al 2011 quando il suo secondo mandato si interruppe traumaticamente con l’arrivo del commissario prefettizio.
Nel mezzo ci sono stati 14 anni in Provincia (4 da assessore alle Attività produttive e 10 in opposizione) e diversi incarichi di partito (segretario dei Ds in città per 3 anni e in segreteria regionale per 4) quando “una volta era importante avere un partito alle spalle – dice oggi con nostalgia – Adesso non è più un valore, il sistema è in profonda crisi e va cambiato”.
Marchese saluta l’esperienza amministrativa, ma non politica. “Dopo tanti anni è giusto innovare – dice a zonalocale.it – La politica la farò lo stesso, continuerò a dare il mio contributo per la crescita della città. Sosterrò Angelo Angelucci con tutte le forze che ho da un ruolo diverso”.
Un bilancio di questi anni? “Molto positivo. Ho dato tutto me stesso sacrificando famiglia e hobby. Quando vedi (qualche giorno fa, nda) che il consiglio comunale di Vasto approva una tua scelta fatta 7 anni fa sulla variante alla SS 16, è molto significativo. Progetti, programmi, riqualificazione del lungomare, piano strategico… l’attuale amministrazione li tiene dentro un cassetto. Si sta limitando a gestire l’ordinario senza andare da nessuna parte. San Salvo è abituata ad altro, era un punto di riferimento. Non si può fare il leader solo dei comuni di centrodestra”.
La sua decisione era trapelata nel recente consiglio comunale: “Sarà probabilmente il mio ultimo intervento in questa sede”. Domenico Di Stefano fu eletto invece la prima volta nel 1998 nel Partito Popolare, all’interno della coalizione di Arnaldo Mariotti. Prima volta assessore nel 2001 (Urbanistica), poi ebbe la delega alla Cultura (2002 e 2007) e successivamente alla Polizia municipale. Nel 2012 guidò la coalizione del Nuovo Centrosinistra perdendo contro Tiziana Magnacca al secondo turno “quando il centrosinistra si suicidò in diretta”.
“Oggi sono fortissimamente orientato a non ricandidarmi – dice – Una scelta fatta in linea con lo stesso spirito di quando abbiamo proposto Pasqualino Onofrillo per un cambiamento”.
Mariotti, Cilli, Marchese e Di Stefano: quattro protagonisti non solo della politica di San Salvo, ma anche della scissione del Pd locale con 6 anni di anticipo sulla scena nazionale.