“La Regione Abruzzo è innovativa non c’è che dire: è riuscita ad inventarsi anche le decisioni a compensazione per gli esclusi dalle decisioni stesse con altri ipotetiche risorse (qualora ci fossero economie!)”. Duro commento del senatore del Movimento 5 Stelle Gianluca Castaldi, relativo all’esclusione della zona industriale di Vasto dalle Aree di crisi non complessa e dalle relative agevolazioni.
“Ho rivolto una interrogazione al Ministero dello Sviluppo Economico – sottolinea lo stesso Castaldi – per invalidare le scelte ed il metodo utilizzato dalla Regione Abruzzo per la individuazione dei territori delle aree di crisi industriale non complessa, ammessi alle agevolazioni di cui alla legge 15 maggio 1989, n. 181 ed esplicitate nella DGR n° 684 del 29 ottobre 2016! Decisione che esclude immotivatamente il Sistema locale lavoro di Vasto (e quindi del suo sistema industriale!): sistema eleggibile ed indicato esplicitamente nell’allegato 1 al D.M. del 4/08/2016! Per me c’è palese forzatura dei criteri adottati dalla Regione Abruzzo rispetto a quelli previsti dal D.M. 04/08/2016 ed esplicati nella DGR 684/16, anche con la palese indicazione di future compensazioni per il Sistema Locale Lavoro di Vasto, immotivatamente escluso come area destinataria di agevolazioni”.
“La Regione Abruzzo – prosegue il senatore del M5S – ha scritto di volere far prevalere ragioni di ‘continuità con le decisioni già assunte’ e che si deve tener conto della necessità di fare le “dovute correzioni e aggiustamenti” senza però esplicitare il come si sia operato, se non in ragioni eminentemente demografiche rispetto ai Sistemi locali lavoro. Il protettore di Vasto, l’assessore PD Paolucci, decide l’esclusione di Vasto e delle imprese di Vasto dal sistema agevolativo previsto dal DM del MISE (nel totale silenzio, fino a sfiorarne la compiacenza della Amministrazione PD di Vasto) in cambio di altre cose quali la ‘specifica programmazione per le aree attrezzate e da attrezzare del Porto di Vasto, le rassicurazioni sulla certa cantierizzazione del raccordo ferroviario portuale entro il primo trimestre 2017 e la copertura finanziaria necessaria alle esigenze di ingrandimento della banchina portuale’. Rassicurazioni ovviamente disattese!”.