I partiti sono morti titolava un profetico post di Beppe Grillo sul proprio (o di qualcun altro) blog nel novembre 2011. Un’affermazione forse ancora più vera a San Salvo dove alle prossime amministrative correrà solo una lista di partito.
Se le cose resteranno così – e probabilmente non ci saranno ulteriori colpi di scena – l’unica formazione politica strutturata in campo sarà il Partito Democratico che candida il proprio segretario Gennaro Luciano appoggiato, inoltre, da altre due liste civiche: Città Futura e Sinistra per San Salvo.
Una caduta verticale in confronto ai due più recenti appuntamenti elettorali. Nel 2007 ben 11 liste su 15 erano riconducibili ai partiti tradizionali: Ds, Margherita, IdV, Sel e Verdi-Comunisti italiani-Rifondazione comunista in appoggio di Gabriele Marchese; Forza Italia, Alleanza Nazionale, Udc, Nuovo Psi e Democrazia Cristiana per le Autonomie per Nicola Argirò; Democrazia Cristiana per Luigi Raspa.
Cinque anni dopo si perderanno già alcune liste di partito (saranno 7 su 12 totali) a favore di una crescita delle civiche: Pdl per Tiziana Magnacca; IdV, Sel e Psi per il candidato sindaco Domenico Di Stefano; il Pd per Arnaldo Mariotti; l’Udc per Fabio Travaglini e il M5S per Marco Sabatini.
Una particolarità sansalvese, questa. A Vasto la presenza dei partiti alle elezioni è rimasta più o meno stabile negli anni: 9 nel 2007, 11 nel 2011 e 6 l’anno scorso
IL CENTRODESTRA – L’ultima in ordine di tempo a sparire ufficialmente dalla campagna elettorale è stata Forza Italia. L’allora Pdl, nella tornata elettorale di 5 anni fa, prese 2.214 voti – lista più votata – con a capo Nicola Argirò. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. L’ex consigliere regionale ha lasciato la maggioranza e nell’ultimo consiglio comunale ha accusato il sindaco di aver cancellato il simbolo: “Almeno il Pd ha il coraggio di presentarsi con il proprio simbolo. Che differenza c’è tra tutti i movimenti civici?”.
Nei vari appuntamenti di questo fine settimana Tiziana Magnacca ha ribadito che la scelta è stata fatta per “andare oltre le appartenenze politiche“.
Uno dei fondatori di Forza Italia a San Salvo nel lontano 1994, il vicesindaco Angiolino Chiacchia, ai nostri microfoni non ha nascosto il proprio rammarico: “Sono stato uno dei fondatori, c’è un po’ di rammarico nel non vedere più il simbolo di Forza Italia. È stata una scelta di chi oggi si impegna alla formazione delle liste. La giustificazione però credo sia che l’interesse è rappresentare tutti, i simboli sono ormai relativi” [GUARDA L’INTERVISTA].
Alle già conosciute Città Nuova e Lista Popolare si affianca Per San Salvo.
IL CENTROSINISTRA – L’unico simbolo partitico sarà quindi quello del Pd che in città dopo la recente scissione è passato a 116 tesserati (da circa 200). “Siamo un partito a livello nazionale, provinciale e regionale, con una storia importante alle spalle, non potevamo non esserci”, dice il candidato sindaco Gennaro Luciano.
Non ci sarà l’IdV che 5 anni fa con 979 voti elesse un consigliere, Nicola Sannino poi passato al gruppo misto e oggi tirato dalla giacchetta da diverse parti; alcuni suoi candidati si stanno riposizionando nelle attuali liste come l’ex segretario Emanuele Di Nardo che sarà in una delle liste di appoggio ad Angelo Angelucci.
Stesso discorso per Sel (670 voti) e Psi (573). I primi dovrebbero restare nella stessa area (è ancora da vedere se si riuscirà a formare una lista di Sinistra Italiana), i secondi pare abbiano ormai assicurato l’appoggio alla Magnacca.
GLI ALTRI – Il candidato dell’Udc, Fabio Travaglini, nel 2012 corse da solo raccogliendo 796 voti. L’11 giugno sarà nella coalizione di Angelucci con la lista Più San Salvo.
Completa tale scenario dominato dal civismo Osvaldo Menna (ex Psi e IdV) che si candida a sindaco con le liste San Salvo Lavora e San Salvo è viva.
La profezia di Grillo, infine, a San Salvo non ha risparmiato neanche i propri seguaci. Il Movimento 5 Stelle non sarà infatti della partita come già trapelato in precedenza [LEGGI]. Dei candidati e, soprattutto, del fermento dell’epoca resta poco e niente. Silverio Marzocchetti, attivista dei più presenti nella discussione politica, ha ammesso che in città non ci sono i volontari necessari per formare una lista.