Stravince Renzi. Nel circolo in cui, alle primarie dell’8 dicembre 2013, quasi tutti i dirigenti e buona parte degli iscritti si erano schierati con gli altri due candidati di allora, Cuperlo e Civati, a distanza di tre anni l’ex premier fa il pieno: 115 voti, contro i 27 del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e gli 8 del governatore della Puglia, Michele Emiliano. A Vasto bassa l’affluenza al voto: 150 le schede nell’urna, a fronte di 358 iscritti.
L’elezione – I tesserati erano chiamati a eleggere gli 11 delegati che entreranno nella Convenzione provinciale. Quest’ultima designera’ i delegati nazionali per il congresso. Il meccanismo elettorale interno al Pd prevede le primarie, aperte a tutti i cittadini. Ma, nel caso in cui nessuno dei tre candidati dovesse superare la soglia del 50% nel voto popolare, i delegati nazionali diventerebbero decisivi per la scelta del leader.
La convenzione comunale – A presiedere l’assemblea mattutina, che ha preceduto le votazioni, è stata Chiara Zappalorto, segretaria provinciale del Partito democratico. Nella sala convegni del Gulliver Center di località Incoronata erano presenti circa 60 persone. Il sindaco, Francesco Menna, ha sostenuto la mozione Renzi, il segretario provinciale dei Giovani democratici, Tuccio Giugliano, ha proposto la mozione Orlando, precisando che a Vasto non è stata presentata la lista di 11 candidati a sostegno del guardasigilli: “Nei prossimi giorni – dice Giugliano a Zonalocale.it – spiegheremo i motivi di questa decisione”. Giuseppe Pracilio ha illustrato la mozione Emiliano.
Non è passata inosservata l’assenza dell’ex sindaco e attuale presidente regionale dell’Anci, Luciano Lapenna, e neanche quella di Antonio Del Casale dopo le doppie dimissioni da segretario del Pd di Vasto e da assessore ai Lavori pubblici. Non c’era neanche il capogruppo in Consiglio comunale, Vincenzo Sputore.
Il voto – Urne aperte dalle 11 alle 13.30. Centocinquanta i votanti. Vince Renzi con distacco: 115 voti, Orlando ne raccoglie 27, Emiliano solo 8. Al termine dello scrutinio, il renziano Domenico Molino si dice “soddisfatto per il risultato, che vede prevalere nettamente Matteo Renzi. Mi fa piacere che il sindaco stavolta abbia sostenuto l’ex premier, ma sarebbe stato molto meglio affidare a una terza persona, super partes rispetto al futuro congresso cittadino, il compito di illustrare la mozione Renzi”. E, sempre dalla minoranza interna al circolo di piazza del Popolo, Angelo Bucciarelli torna ad attaccare: “Una convenzione del Pd senza neanche una bandiera del Pd”, con “una partecipazione al voto di 150 persone, pari a un’affluenza del 42%. Almeno i due terzi dei votanti sono venuti al seggio senza aver ascoltato una sola sillaba del dibattito”.
Ruggini che riemergono tra maggioranza (che fa capo al sindaco) e minoranza (di cui Molino e Bucciarelli fanno parte) in vista del congresso cittadino. La data è ancora da fissare. Di sicuro, si farà dopo primarie e congresso nazionali. Sulla scelta del segretario locale, le due fazioni tornano a guardarsi in cagnesco. Anzi, non hanno mai smesso di farlo.