Tra i luoghi aperti e visitabili sabato 25 e domenica 26 marzo, in occasione delle Giornate FAI di Primavera, grazie alle Delegazione Fai di Lanciano, a Casoli, insieme al Castello Ducale (QUI l’articolo) ci sono anche le chiese di Santa Maria Maggiore e di Santa Reparata.
Costruita dagli Orsini già prima del 1455 la chiesa di Santa Maria Maggiore, annessa al castello cui è collegata mediante il cosiddetto “Arco del Purgatorio”, era originariamente era ad un’unica navata. Fu trasformata a tre navate nel 1759 epoca in cui, verosimilmente, furono aggiunti anche il coro e l’Arco del Purgatorio e, attorno al 1820, assunse l’attuale impianto neoclassico. Nel 1868, infien, la chiesa fu restaurata consegnandole l’aspetto attuale.
L’ingresso si apre in cima ad una gradinata. La facciata è suddivisa in tre parti, di cui il corpo centrale è più alto degli altri due da cui è separato da due coppie di paraste poste su un basamento, che a loro volta sorreggono la trabeazione sulla quale si innalza il timpano. Il portale è sormontato da un timpano minore, sopra di esso vi è un finestrone lunettato. Altre due finestre sono poste nei due corpi laterali. Sul lato destro della chiesa si innalza la torre campanaria quadrangolare costruita ad ordini sovrapposti. Il campanile è realizzato in conci di pietra.
Sugli altari all’interno si possono ammirare una Madonna con Bambino con San Giacinto e San Biagio di Francesco Maria De Benedictis (1848), il San Gilberto dell’ortonese Pasquale Bellonio, del 1797, una Madonna del Carmine e una Madonna del Rosario di autore ignoto datata 1572. Purtroppo perduti sono l’antico pulpito ligneo e l’organo a canne.
Santa Reparata, invece, com’è noto, è la santa protettrice di Casoli. Una lapide incastonata nella parete di fondo della navata sinistra della chiesa reca un’iscrizione che commemora la posa della prima pietra del tempio, avvenuta il giorno della festa di Tutti i Santi del 1447. Il testo è considerato la più antica testimonianza di volgare abruzzese.
Edificata all’esterno delle mura cittadine, in posizione strategicamente importante, a presidio della strada che dalle zone pianeggianti della valle dell’Aventino, portava verso l’area montana e quindi a Napoli. La chiesa era però originariamente dedicata a Santa Liberata e si continuò a menzionarla con questo titolo fino al ‘600. Solo a partire dagli anni a cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo, per ragioni non chiare, si iniziò a denominarla Santa Reparata. L’edificio subì un radicale intervento di ristrutturazione nel 1952, la facciata fu ricostruita a terminazione piana, ad imitazione dei più insigni monumenti dell’arte cristiana in Abruzzo e il portale scolpito originale venne traslato nel prospetto laterale.
Il 26 novembre 1943, una bomba aerea, proveniente da un aereo alleato, cadde sulla copertura della navata destra della chiesa, aprendo uno squarcio nella struttura del tetto. Lo scoppio danneggiò il pregevole soffitto a cassettoni intagliato e dipinto in oro e argento, realizzato tra il 1603 ed il 1606 dall’artista veneziano Vittorio Buzzacarino. L’opera, di inestimabile valore, dipinta circa ottant’anni prima del soffitto ligneo della navata centrale de La Collegiata di Santa Maria del Colle a Pescocostanzo, dichiarata Monumento Nazionale, fu risparmiata dagli eventi bellici ma nel dopoguerra non fu restaurata.
Dopo essere stato smontato, il pregevole soffitto ligneo venne trafugato durante i lavori di ammodernamento del sacro edificio e se ne sono perse le tracce. Al suo interno, impostato a pianta basilicale, la chiesa conserva il trittico con Santa Liberata ed Angeli realizzato nel 1506 da Antonio di Francesco di Tommaso da Fossombrone, artista vicino alla maniera di Carlo Crivelli e pure si possono ammirare numerosi elementi appartenenti all’edificio originale come il portale laterale, l’arco trionfale e tre altari, tutti datati 1539.
Le due chiese saranno visitabili sabato 25 e domenica 26 marzo, dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Le visite saranno a cura degli apprendisti ciceroni dell’istituto superiore “A. Marino” e dell’istituto comprensivo “G. De Petra”.