Donna Eppure…, i versi del professor Luigi Ianzano musicati dal professor Antonio Cupelli, declamati dalla professoressa Nadia De Risio e cantati e interpretati dalle allieve dell’Istituto Tecnico Agrario e dagli studenti della scuola media di Scerni, hanno aperto il convegno tenutosi ieri nell’Aula magna del Ridolfi di Scerni.
“Il convegno – spiegano dalla scuola – non è voluto essere una celebrazione della donna, ma attraverso il rispetto che ad essa dobbiamo, gli studenti hanno riflettuto su alcune problematiche della nostra società. Nel giorno del ricordo delle vittime della mafia gli studenti hanno posto la loro attenzione su quelle persone a cui le mafie hanno tolto e tolgono la speranza e la dignità e hanno dialogato sul tema dell’integrazione e dell’accoglienza con la scrittrice Patrizia Angelozzi, autrice del libro Il confine umano, in cui si narrano storie vere di sette rifugiati richiedenti protezione internazionale, arrivati in Italia nei Centri di accoglienza dall’Afghanistan, Iraq, Somalia, Palestina, Siria e Pakistan. I ragazzi hanno avuto la possibilità di conoscere non numeri, ma persone. Ragazzi che hanno raccontato le loro storie. Non numeri, ma ragazzi che hanno occhi, hanno mani, hanno cuore, hanno cervello, hanno storie da raccontare, hanno sangue che scorre è vita che grida il suo diritto di esistere. Sono ragazzi e hanno un nome: Hamid, Saddam, Francis, Adnan ragazzi certamente meno fortunati che provengono da paesi sull’altra sponda del Mediterraneo, ma che hanno gli stessi sogni, la stessa voglia di costruire il futuro. Lo stesso entusiasmo e la stessa allegria. Si è parlato di pace a scuola, si è parlato di emozioni. Insieme allo psicoterapeuta Cristian Valentino. Emozioni narrate dalla musica di Luca Raimondi, musicoterapeuta. Studenti, insegnanti, e ospiti, hanno seguito Francis in un canto nigeriano di ringraziamento”.
“All’Istituto Agrario – concludono dalla scuola – questa mattina sono state seminate parole belle, emozioni. Semi nuovi per comprendere che i confini sono solo le dittature della geografia e che bisognerebbe essere capaci di guardare oltre. Sette confini ma, in fondo, un solo confine, quello umano. In fondo Il nostro patrimonio genetico ci racconta che ci portiamo dentro tutto il mondo, eredità di antenati migranti che più volte hanno incrociato cammini ed esistenze. Siamo il frutto di contaminazioni e di incontri. E l’incontro con Patrizia Angelozzi e il consorzio Matrix rimarrà in questo percorso scolastico un momento di gioia e condivisione. Perché si è davvero felici quando si è tutti uguali, la vita è davvero preziosa per tutti”.