Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. È un po’ il caso del progetto della discarica da 150mila metri cubi che la società Vallecena ha intenzione di realizzare nell’omonima località in territorio di Furci anche se di amore non si tratta.
Il prossimo 28 marzo in Regione Abruzzo si terrà la conferenza dei servizi per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) a parte di quel progetto archiviato definitivamente nel settembre 2015 dopo un decenno di rinvii, richieste di modifiche e proteste [LEGGI]. “Parte” perché la Vallecena srl ha ridimensionato quelle che erano le intenzioni originali.
Non c’è più l’impianto di trattamento rifiuti pericolosi perché come, si può leggere nella relazione tecnica generale, in 10 anni dalla prima stesura sono cambiati normative e flussi di rifiuti da smaltire che hanno portato la società a limitarsi allo “smaltimento di rifiuti non pericolosi che soddisfino i criteri di ammissibilità previsti dalla normativa vigente”.
IL PROGETTO – È previsto quindi solo l’invaso dal volume di 150mila metri cubi che dovrebbe accogliere rifiuti per 6 anni. La stima è infatti di 25mila metri cubi l’anno. Dopo l’esaurimento della capienza, partirà il ripristino ambientale con la piantumazione di alberi (roverelle ecc.) e altre specie vegetali.
L’area individuata è la stessa: a poca distanza dall’impianto Civeta, in località “Cicella” che secondo la società è “una delle aree a più forte industrializzazione della regione, in un contesto ambientale, peraltro già vocato a tali utilizzi, che consente, per le sue caratteristiche intrinseche, di ridurre al minimo i potenziali impatti”.
Tempo di realizzazione: 18 mesi.
I DUBBI DEGLI AMMINISTRATORI – L’aspetto che più solleva dubbi riguarda la precedente archiviazione che di fatto – come confermò all’epoca anche il sindaco Angelo Marchione – “annullava anche il parere favorevole (con prescrizioni) del comitato Via” [LEGGI]. L’Aia sarebbe l’ultimo passo per iniziare i lavori, per il sindaco occorrebbe riprendere dall’inizio un iter considerato ormai chiuso.
L’archiviazione fu firmata il 15 settembre 2015 dall’allora dirigente del servizio della Regione, Gianfranco Piselli che la motivò con il mancato invio dei documenti integrativi richiesti da Arta e genio civile e con l’assenza di riscontri circa la volontà da parte della società di proseguire. Una settimana dopo, uno degli amministratori della Vallecena srl, il vastese Giovanni Petroro, giustificò – ormai a procedimento archiviato – i ritardi con la complessità della revisione del progetto ancora in atto.
Tutto tace fino al 25 maggio 2016 quando il nuovo dirigente del servizio Gestione Rifiuti, Franco Gerardini (lo stesso commissario del Civeta), chiede alla Vallecena di comunicare le variazioni al progetto entro 30 giorni. Nuova risposta di Petroro che spiega che il termine è inadeguato a causa della disponibilità dell’Arta a fornire le indicazioni necessarie alla rielaborazione del progetto.
L’elaborato modificato viene così presentato solo nel novembre 2016 come “Variante in riduzione al progetto” che aveva già ottenuto l’ok dal Via. L’8 marzo scorso, poi, il sindaco di Furci è stato invitato a partecipare alla prossima conferenza dei servizi, mentre due giorni dopo il medesimo invito è arrivato al primo cittadino di San Buono, Nicola Filippone, come rappresentante dei sindaci del territorio che firmarono il documento di contrarietà al progetto nel febbraio 2014 [LEGGI].
VERSO UNA NUOVA MOBILITAZIONE – La vicenda presto approderà in un’assemblea pubblica. La prima tappa probabilmente sarà rivolta ai cittadini furcesi, ma sicuramente saranno nuovamente chiamati a raccolta i sindaci del territorio che si unirono già anni fa.
Qui in basso l’elenco dei rifiuti che potranno essere conferiti nella discarica. Rispetto al precedente elenco di rifiuti ammissibili “sono stati eliminati tutti quelli pericolosi nonché quelli potenzialmente putrescibili o ad alto contenuto di materia organica”.
• Rifiuti derivanti da attività estrattive e trattamento dei minerali (famiglia 01);
• rifiuti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, ecc. e dell’industria tessile (famiglie 02 e 04);
• rifiuti della raffinazione del petrolio, dell’industria dei processi chimici inorganici ed organici, della plastica, della produzione di vernici e inchiostro, dell’industria fotografica, da processi termici e dalla lavorazione superficiale di metalli e plastica (famiglie 05, 06, 07, 08, 09, 10, 11 e 12);
• rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti, ecc … (famiglia 15);
• rifiuti non specificati altrimenti nell’elenco (famiglia 16);
• rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (famiglia 17);
• rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti (famiglia 19).