Ieri l’ex sindaco e attuale Consigliere Comunale di Vasto, Luciano Lapenna, ha pubblicato un post sul suo profilo Facebook, denunciando il clamore mediatico attorno ai recenti casi di cronaca (furti e rapine), avvenuti presso esercizi commerciali di Vasto. Il suo intervento ha ricevuto decine di risposte di cittadini infuriati per la mancanza di sicurezza e per gli altri problemi che attanagliano Vasto. Molti hanno anche rinfacciato a Lapenna le sue colpe nell’escalation della violenza e del crimine, per l’inadeguatezza delle misure prese dalla passata e dall’attuale amministrazione.
Un risvolto interessante della discussione è stata la risposta che hanno dato alcuni cittadini alla frase ironica dell’ex sindaco “Bravi! Con questa propaganda richiameremo turisti da ogni parte del mondo. Complimenti!”. Tanti, infatti, hanno reclamato il diritto di discutere dell’argomento ed il dovere per le testate giornalistiche di informare i cittadini dei fatti, senza edulcorare la realtà per motivi di “opportunità d’immagine”.
Ma davvero Luciano Lapenna chiede ai giornali di non parlare dei fatti di cronaca? Davvero vuole nascondere ai cittadini la verità su quello che succede nella nostra realtà locale?
Per capire cosa voleva dire Lapenna, basta rileggersi il suo post. Cita un articolo su di un preciso comunicato (quello che inizia con “Furti e rapine: città assediata da delinquenti senza scrupoli…”) di un preciso movimento politico, il Movimento Cinque Stelle. Lapenna, quindi, esprime sdegno per la strumentalizzazione politica dei fatti di cronaca da parte del M5S. Legittimo che lo faccia, così come è normale che il M5S cerchi di cavalcare il tema per altrettanto legittimi interessi politici.
Ciò che mi stupisce, come sempre in questi casi, è la mancanza di riferimenti al contesto reale. Anche in questo caso, senza osservazione della realtà, è assolutamente inutile discettare di un problema così complesso. Per meglio dire, se ne può parlare, ma esattamente come si parla dei rigori negati, dei presunti torti e dei vari “se solo l’arbitro non avesse fischiato il fuorigioco…” della partita della domenica.
Se ne parla, quindi, per rafforzare le proprie posizioni preconcette, non per ascoltare ciò che hanno da dire gli altri e quindi, potenzialmente, modificarle.
Vasto e, più in generale, la provincia di Chieti, hanno un problema sicurezza? È difficile dare una risposta univoca e tutto dipende dalla percezione che ognuno di noi ha della questione.
Oggettivamente, se paragoniamo la nostra provincia al resto d’Italia, possiamo dire di vivere in una zona molto tranquilla. Se guardiamo i dati dei reati contro la proprietà (i furti e le rapine, ciò di cui si è parlato nella cronaca di questi giorni), scopriamo che (dati dei crimini denunciati nel 2015) i furti nel chietino sono stati 1.710 per 100.000 abitanti, contro una media italiana di 2.400, superiore del 40% a quella della nostra zona.
Ci sono stati 8 scippi (in Italia sono superiori del 260%), 377 furti in appartamento (Italia + 2%), 124 furti in negozio (Italia + 35%).
Nella nostra provincia ci sono stati 213 furti in auto in sosta (Italia + 48%) e 183 furti d’auto (Italia + 3%)
I danneggiamenti sono stati 427 (Italia + 10%), 18 rapine (Italia + 220%) e 30 denunce per detenzione e spaccio di stupefacenti (Italia + 80%).
Oggettivamente si può quindi dire che la nostra provincia è più sicura del resto d’Italia, è più sicura del resto d’Abruzzo (per alcuni reati, dopo la provincia dell’Aquila) e che i trend dei reati negli ultimi anni sono generalmente in discesa. Ciò non vuol dire che la nostra sia una zona “sicura” in senso assoluto. La statistica dei 1700 furti ogni 100.000 abitanti può anche essere letta in un’altra maniera: nella vita, statisticamente, ognuno di noi subirà almeno un furto (esattamente uno ogni 59 anni). E, ovviamente, in quel momento, nessuno si sentirà di dire che questo è un paese sicuro!
Entrando un po’ più in profondità, appare evidente come la criminalità professionale sia presente e operante nella nostra zona al pari del resto del Paese (furti in appartamento e furti d’auto), mentre appaiono meno diffusi i reati minori, compiuti più facilmente da gente del luogo (es. i furti nelle auto in sosta), oppure quelli che richiedono solitamente organizzazione e coperture sul territorio (stupefacenti, rapine).
Allora è giusto parlare di allarme criminalità? In questo caso sia la statistica che la cronaca dicono di no (il rapinatore di Vasto è stato immediatamente arrestato e si è scoperto che aveva agito con armi giocattolo e senza alcun tipo di organizzazione alle spalle).
Soprattutto, sarebbe il caso di ragionare insieme sulle cose, aiutandosi l’un l’altro a guardarne e comprenderne meglio la complessità, piuttosto che continuare a urlarsi addosso, con ruggiti da “leoni da tastiera”, per il bisogno di dare sfogo alle tante ansie che la nostra condizione di uomini contemporanei ci genera dentro.
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Questa sera avrò il piacere di parlare con numerosi ospiti del mio ultimo libro “In questo mondo di leader”. L’incontro, organizzato dal Comune di Lanciano e dall’Associazione di Abruzzesi per il Talento e l’Innovazione, sarà un momento di riflessione (e, spero, di tanti aneddoti, anche divertenti) sui motivi per cui la nostra cultura è divenuta subalterna a quelle oggi dominanti e sul progressivo declino dell’Italia nella competizione globale.
Nell’incontro avrò modo di spiegare perché ritengo i nostri leader degli “spacciatori” di concetti tossici per una popolazione composta ormai quasi più solo da “dipendenti cronici”.
Avrò anche modo di spiegare perché è da questi “ladri di futuro” che dobbiamo guardarci ancor di più che da quelli “di mestiere”.
Chi volesse venire a discuterne, può trovarmi dalle 18.00 presso la Sala Convegni del Comune di Lanciano.