“Occupano la sala commissioni i dipendenti del Cotir, la protesta dei dipendenti è pacifica, ma è un segnale forte: la misura è colma ed i cittadini non ce la fanno più”. Lo rivela a margine dell’ultima seduta il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Pietro Smargiassi, che sottolinea: “Questo accade quando la Regione è guidata da amministratori ciechi che non vogliono vedere la realtà delle cose. La Regione non investe sulla ricerca e non paga i dipendenti dei centri come il Cotir. Lasciare ricercatori e personale di ricerca per 24 mesi senza stipendi non solo è una beffa per tutti i lavoratori, ma è anche un danno per la nostra Regione che rimane ancorata al palo ed è molto lontana dall’idea di innovazione e progresso sbandierato in campagna elettorale da chi oggi governa l’Abruzzo. I dipendenti chiedono di essere trattati con rispetto ed oggi hanno compiuto un gesto estremo: occupare un’aula istituzionale. Sono cittadini abruzzesi, sono lavoratori esasperati che chiedono una risposta. Ma il governo dov’è? D’Alfonso quale decisione politica prenderà su questa questione? Ha un’idea progettuale sui centri di ricerca? Chi amministra deve trovare le risorse saldare subito il debito con questi lavoratori e da oggi partire con una programmazione mirata per il futuro. Si abbia il coraggio di governare, si dia una risposta a questi cittadini! La politica ha il potere decisionale. Decida!”.
Solidarietà ai lavoratori è stata espressa anche dal consigliere di Forza Italia, Mauro Febbo: “Sono passati più di quarantacinque giorni dall’accordo sindacale raggiunto (fine gennaio) e dall’ultima promessa fatta dagli assessori Pepe e Paolucci di erogare il famoso milione di euro. Ma, ad oggi, i lavoratori sono ancora lasciati al loro destino, senza stipendi e senza una prospettiva certa del Centro Unico. Una situazione vergognosa che si trascina da oltre trenta mesi dove la Regione non riesce a prendere una decisione concreta e certa. Oggi vi è l’esigenza e l’urgenza di approvare la Legge del nuovo Centro Unico cosi come concordato con le Organizzazioni sindacali e il collegio dei liquidatori come la decisione di utilizzare anche lo strumento degli ammortizzatori sociali al fine di far respirare l’Ente e procedere al pagamento di parte degli stipendi arretrati ai lavoratori. Purtroppo oggi assistiamo, per l’ennesima volta, a l’inefficienza della Regione che dopo due anni continua ad ignorare i Centri di Ricerca ed i suoi lavoratori. Spero, pertanto, che da domani si ragioni una volta per tutte sulla mia proposta di Legge dove i tre Centri si costituiscano in un unico Ente funzionante e sostenibile attraverso il fondo annuale di rotazione erogato dalla Regione”.