“I servizi parlamentari hanno contestato alcune ricerche che ho commissionato ad una società di consulenza, perchè ritenute frutto di plagio e quindi non rimborsabili dal Parlamento europeo”. Così l’europarlamentare vastese Daniela Aiuto, dopo l’inchiesta di Repubblica sul cosiddetto “Scandalo rimborsi al Parlamento europeo” [CLICCA QUI]. Diversi i rimborsi contestati anche a europarlamentari italiani, tra cui la stessa Daniela Aiuto, come d’altra parte si evince dal suo post su Facebook, attraverso il quale annuncia: “Ho disposto la sospensione del pagamento delle fatture già emesse. Inoltre ho comunicato ai servizi parlamentari che provvederò personalmente a rimborsare le fatture già saldate”.
“Resta inteso – conclude Daniela Aiuto – che agirò legalmente nei confronti della società di consulenza per il rimborso delle somme già sostenute e anche per il risarcimento di ogni ulteriore danno. Pur essendo parte lesa in questa vicenda ho dato la mia piena e totale disponibilità a collaborare con i servizi parlamentari per tutelare il Movimento 5 Stelle“.
Secondo quando riportato da Repubblica, l’europarlamentare vastese è “al centro di un’inchiesta (degli Uffici del Parlamento europeo, ndr) ancora in corso e dagli esiti non ancora decisi”, “per avere chiesto il rimborso, diverse migliaia di euro, per una mezza dozzina di ricerche che le sarebbero dovute servire per svolgere il mandato europeo ma che in realtà sono state copiate da siti come Wikipedia”.