“Brutta sorpresa nella Riserva Regionale di Punta Aderci, trovata una grande formazione di sostanza catramosa, a forma sferica con un diametro di circa 60 centimetri”. A lanciare l’allarme è il Wwf, che ha allertato la guardia costiera e il Comune di Vasto.
“L’ammasso di catrame – spiega una nota del Wwf – è stato trovato sulla Spiaggia di Punta Penna durante le operazioni di routine da parte del personale della Cooperativa Cogecstre che gestisce la Riserva e portato con ogni probabilità dalle ultime mareggiate”.
Tra le cause ipotizzate dagli ambientalisti, le piattaforme petrolifere al largo della costa vastese e “la pulizia dei serbatoi delle navi cisterna in mare, attività severamente vietata a partire dalla Convenzione di base Marpol (Marine Pollution) del 1978, ma in Italia e specie in mezzo al mare, è anche possibile che si possa agire illegalmente per ragioni di convenienza. Risulta, infatti, estremamente più conveniente lavare le stive a mare, anziché aspettare nei porti il proprio turno e pagare i relativi oneri per eseguire queste operazioni in condizioni di sicurezza. Ce lo dicono i numeri allarmanti, 200 mila tonnellate anno di petrolio sversati nel Mediterraneo dovuti sia a operazioni di ripulitura, sia da quelle inerenti il carico e scarico delle petroliere. L’Italia è il paese in cui le voci che subiscono i maggiori tagli sono quelle che riguardano i controlli ambientali.
L’associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina ha comunicato l’accaduto sia alla Guardia Costiera che al sindaco e all’assessore all’Ambiente di Vasto affinché possano attivare gli organi preposti per tentare di fare chiarezza sulla provenienza e nella speranza che sia un “fenomeno” circoscritto.
Non sono segnali buoni, il nostro mare subisce uno stillicidio metodico da decenni, sia da terra, con fiumi che riversano liquami sempre più insani, che dal mare, con lo sfruttamento eccessivo delle risorse e depauperamento attraverso le attività legate agli idrocarburi – ricerca, coltivazione, trasporto. Per non parlare delle enormi quantità di plastica e polistirolo, sino agli affondamenti dolosi di navi contenenti rifiuti tossici.
Come si possa trasformare un elemento così straordinario, in una vera e propria pattumiera, per egoismo, avidità, disprezzo dei diritti delle generazioni future, per il WWF ma non solo, sarà sempre fonte di grande inquietudine, ma anche di indignazione. Una indignazione che ci porta ad agire con ogni mezzo a nostra disposizione, per la sua salvaguardia.
Il mare è vita, il mare è di tutti”.