Sono centinaia gli agricoltori e gli allevatori abruzzesi di Coldiretti giunti dalle aree terremotate insieme ai colleghi di Marche, Umbria e Lazio questa mattina davanti Piazza Montecitorio. Lo riferisce l’associazione di categoria, spiegando: “Con loro anche alcune pecore sopravvissute alle stalle crollate e tanti sindaci dei Comuni colpiti riconoscibili dalle insegne delle diverse delegazioni mentre i cartelli degli agricoltori denunciavano a chiare lettere: Ho perso gli animali non la dignità, Le parole non aiutano a mungere, Meno chiacchiere più stalle, Senza stalle l’Abruzzo muore. E poi gli striscioni della Coldiretti La burocrazia uccide piu’ del terremoto o L’Italia migliore merita giustizia“.
“In piazza Montecitorio, – racconta Coldiretti – un grande tavolo è stato apparecchiato con i prodotti locali salvati dalle macerie, dalle mortadelle di Campotosto al caciofiore aquilano, dai salumi teramani al pecorino di Farindola o a quello Amatriciano, che rischiano ora di sparire per le difficoltà del mercato locale provocate dalla crisi in corso. Un patrimonio inestimabile, a cui si aggiungono le eccellenze delle altre regioni terremotate, a cui l’Abruzzo è unito ora da una stessa difficile situazione: il crollo del mercato locale provocato dalla crisi del turismo e lo spopolamento dovuto all’esodo forzato ma anche ai ritardi nella costruzione degli alloggi temporanei”.
“Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola che occorre ora sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare l’esigenza che – la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”. Insieme a Moncalvo, per l’Abruzzo c’era il presidente regionale di Coldiretti Domenico Pasetti, il direttore regionale Giulio Federici e tantissimi soci allevatori arrivati con autobus e macchine proprie da tutte le zone colpite per manifestare le proprie difficoltà.
“In Abruzzo a risentire maggiormente della situazione attuale – spiega Coldiretti Abruzzo – è sicuramente il settore caseario. In difficoltà c’è comunque anche il settore dei salumi, dove al blocco delle vendite si è accompagnato quello della produzione a causa dell’inagibilità dei laboratori che si trovano nelle zone del cratere. Ma l’assenza di acquirenti sta interessando un po’ tutte le produzioni. A tal proposito, ciò che chiediamo – sottolinea Coldiretti Abruzzo – è incentivare il turismo nelle regioni colpite dal sisma prevedendo la detraibilità delle spese sostenute dai turisti per i soggiorni nelle strutture ricettive agrituristiche che potrebbero essere considerate oneri deducibili a lato della dichiarazione dei redditi. In Abruzzo, a poco più di sei mesi dalla prima scossa si conta una strage di migliaia di animali per l’effetto congiunto delle scosse e del maltempo che hanno fatto crollare le stalle e costretto gli animali al freddo e al gelo, con decessi, malattie e diffusi casi di aborto. A oggi gli allevatori, con oltre 282 stalle crollate, non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore sopravvissuti, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti, mentre si è ridotta del 30% la produzione di latte per lo stress provocato dal freddo e dalla paura delle scosse”.
Per Coldiretti, “per dare finalmente risposte concrete agli allevatori terremotati occorre accelerare nel percorso di realizzazione delle stalle provvisorie previste con i nuovi bandi ma anche abbattere gli adempimenti burocratici per gli agricoltori che vogliono acquistare da soli le strutture. Una possibilità prevista dall’ordinanza 5 del decreto terremoto che sino a oggi è rimasta sostanzialmente inapplicata a causa dei troppi vincoli a partire da quello che impone strutture similari a quelle dei bandi, mentre basterebbe dare semplicemente un tetto massimo di spesa e permettere agli allevatori di costruirsi la stalla provvisoria più adatta alle loro esigenze. E lo stesso dovrebbe valere per i moduli abitativi per gli agricoltori. Nell’ottica di una ricostruzione di lungo periodo occorre poi intervenire sulle Ordinanze 8 e 13 che prevedono il rafforzamento, la riparazione e ricostruzione degli immobili, estendendone l’arco temporale di intervento al fine di comprendere gli eventi sia sismici che calamitosi di gennaio 2017. Ma sono urgenti anche il ripristino delle reti viarie e misure concrete di sostegno alle imprese terremotate, dall’erogazione immediata dei fondi previsti dal decreto legge Sisma Italia per garantire liquidità e far fronte dai danni subiti (bestiame morto, crollo di vendite, ecc.) al pagamento degli aiuti diretti per il mancato reddito (400 euro/capo bovino, 60 euro/capo ovi caprino, 20 euro/capo per suino e 100 euro/capo ad equino), dalla definizione immediata dei termini di assegnazione delle indennità all’ultimazione dell’arrivo dei fondi del Piano di sviluppo rurale”.