Fabio entra nell’aula della Corte d’Assise di Lanciano alle 10.06. Sguardo verso il basso, viso teso, indossa jeans e maglione blu. Gli agenti lo fanno sedere di fianco ai suoi avvocati, Giovanni e Antonello Cerella e Pierpaolo Andreoni.
“Fabio Di Lello aveva comprato la pistola sei mesi fa perché voleva eliminare se stesso”, ripeterà più volte Cerella al termine della prima, breve udienza del processo per l’omicidio di Vasto. “Questo dovrebbe escludere, a nostro avviso, la premeditazione”, sostiene il legale dell’imputato, preannunciando il secondo piede su cui poggia la tesi difensiva. Il primo è la perizia psichiatrica che la difesa chiederà nella prossima udienza, fissata per il 10 marzo, quando formalizzerà anche la richiesta di rito abbreviato: sarà, dunque, processo a porte chiuse e il 34enne ex calciatore di Vasto potrà usufruire di uno sconto di un terzo della pena.
L’udienza – Il palazzo di giustizia di Lanciano è blindato: la strada d’accesso è chiusa al traffico dalle 8.30. Una cinquantina i posti disponibili nella piccola aula del secondo piano. Prima di cominciare, la presidente della Corte d’Appello, Marina Valente, chiede agli avvocati delle parti in causa se acconsentono alle riprese audio-video durante lo svolgimento dell’udienza. Parte civile e difesa dicono di no.
Davanti al collegio giudicante (presidente Valente, giudice a latere Andrea Beli e i 6 giudici popolari in fascia tricolore) siedono, sulla destra, i magistrati dell’accusa: Giampiero Di Florio, procuratore di Vasto, e il pm Gabriella De Lucia. Dietro di loro, Pompeo Del Re e Gianrico Ranaldi, gli avvocati dei familiari della vittima, Italo D’Elisa. Dalla parte opposta, la difesa e l’imputato.
In fondo all’aula, a ridosso del muretto che separa l’angusta area destinata a giornalisti e pubblico, siedono i parenti di Italo: mamma, papà, gli zii, un amico del 21enne ucciso a colpi di pistola.
Si comincia con la costituzione delle parti civili: genitori e i nonni di D’Elisa rappresentati da Del Re, il fratello e gli zii assistiti da Ranalli, gli avvocati difensori.
Cerella annuncia la richiesta di “rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica”. Andreoni ribadisce il concetto.
La presidente Valente chiarisce che la difesa ha due opzioni: richiedere i termini a difesa (10 giorni) o formulare l’istanza per l’abbreviato, esprimendosi quindi sulla costituzione delle parti civili. I legali di Di Lello scelgono i termini a difesa, annunciando che, nella prossima udienza, formalizzeranno la richiesta relativa al rito alternativo. La seduta termina lì e viene aggiornata al prossimo 10 marzo.