Il Museo civico “Porta della Terra” di San Salvo continua a proporre delle novità ai suoi visitatori. L’estate scorsa la splendida mostra de “Le copie dei mosaici antichi di Ravenna” (oltre 3000 presenze), nel periodo natalizio la ormai tradizionale “Mostra di arte presepiale” (circa 900 presenze per la quarta edizione), oggi una nuova installazione didattica che va ad arricchire i contenuti prettamente archeologici del Museo.
Si tratta di un plastico realizzato in scala 1:1, e quindi a grandezza reale, di una parte del condotto dell’acquedotto romano ipogeo che, ancora funzionante, attualmente alimenta la Fontana vecchia di San Salvo. L’acquedotto, realizzato attorno al II – III secolo d.C., nella sua parte terminale corre a circa 10 m sotto Piazza San Vitale e ad oggi è stato esplorato per circa 150 metri.
“Questa Amministrazione comunale – dice il sindaco Tiziana Magnacca – si è attivamente impegnata in questi anni di mandato nella valorizzazione del settore cultura ritenendolo un ambito da privilegiare e incentivare perché oltre a fare crescere la conoscenza della proprie origini è in grado promuovere economia e turismo nel centro storico cittadino”.
L’installazione mostra chiaramente come fu realizzato il condotto che ha la funzione di trasportare l’acqua: all’interno di una galleria scavata nella roccia venivano costruiti due muri veri a propri, addossati ai lati della galleria stessa, paralleli tra loro a una distanza di circa 40 cm e collegati in alto da un “tetto” costituito da una serie continua di tegoloni di terracotta (ciascuno di circa cm 46 x 65) disposti accoppiati a cuspide.
Su questo “tetto” veniva poi disposto un consistente strato di malta e la parte alta della galleria, soprastante il manufatto, veniva riempita con grossi ciottoli.
È stato possibile appurare e documentare quanto appena descritto perché in un punto dell’acquedotto, probabilmente nel 2013, si è verificato un cedimento che ha provocato la rottura ed il crollo di n. 4 tegoloni: questo ha permesso di osservare il manufatto nel suo insieme e non guardandolo solo dall’interno.
Nell’istallazione appena realizzata i 2 muri sono stati ricostruiti, nella loro geometria, con materiali moderni. I 4 tegoloni di copertura, invece, sono quelli autentici recuperati nella zona del crollo e riportati in superficie (non senza difficoltà) nel dicembre 2014 dagli archeospeleologi della Parsifal Marco Rapino e Fabio Sasso che negli ultimi anni stanno portando avanti l’esplorazione dell’acquedotto coadiuvati dall’archeologo Davide Aquilano e grazie ai piccoli finanziamenti messi a disposizione, quando possibile, dall’assessorato alla Cultura del Comune di San Salvo.
Il plastico quindi permetterà ai visitatori di: capire come è fatto l’acquedotto; apprezzare quali sono le sue reali dimensioni (cosa non facile limitandosi ad osservare foto o riproduzioni grafiche); osservare da vicino i tegoloni che, tra l’altro, presentano tutti un doppio bollo di fabbrica “Staberiani”. Ma c’è di più: chi volesse potrà infilarsi realmente nell’acquedotto (ricostruito ma realistico) e sperimentare personalmente le difficoltà e le emozioni dell’esplorazione ipogea.
L’installazione è stata ideata e realizzata da Marco Rapino e Fabio Sasso ed è stata possibile grazie alla disponibilità delle ditte Legnoarredodue (Gissi, zona industriale) e Qbix (Vasto), da anni al fianco della Parsifal per l’allestimento di mostre e musei, che hanno messo a disposizione a titolo gratuito buona parte dei materiali necessari.
Soddisfatta la dott.ssa Amalia Faustoferri della Soprintendenza che ricorda come il primo passo del cammino del Parco Archeologico del Quadrilatero fu fatto nel 1997, esattamente 20 anni fa, quando a Febbraio si iniziarono gli scavi per ricostruire la Porta della Terra e tornarono alla luce le prime murature di epoca medievale e romana.
Tutti invitati quindi a visitare (o rivisitare), il Museo che in questo periodo è aperto il sabato dalle ore 17 alle ore 20. L’ingresso è gratuito e il personale della Parsifal è a vostra disposizione.
Comune di San Salvo