Entra ufficialmente a far parte della cosiddetta inchiesta Abruzzo la delibera di giunta regionale dello scorso 3 giugno 2016 con cui la Regione Abruzzo ha approvato il progetto del Central Park di Lanciano e che è stata acquisita nei giorni scorsi dagli investigatori (QUI l’articolo).
Nel registro degli indagati, insieme al presidente Luciano D’Alfonso, sono stati iscritti anche gli assessori Silvio Paolucci, Marinella Sclocco e Dino Pepe, firmatari della stessa ed accusati di falso ideologico.
E intanto si riaccendono le polemiche tra maggioranza e opposizione regionale con un Mauro Febbo scatenato torna sull’argomento ricordando le sue perplessità sulla delibera già dalla campagna elettorale per le comunali a Lanciano nel giugno 2016 quando affermava che mancavano le firme dei tecnici, la cantierabilità dell’opera e soprattutto un fattivo impegno di spesa.
“Ci dispiace che a Febbo dispiaccia che noi lavoriamo a favore dei territori, in questo caso di Lanciano che ha l’ambizione di tornare ad essere città bella, accogliente e punto di riferimento per un territorio ampio. – replica Camillo D’Alessandro, coordinatore della maggioranza in consiglio regionale – Capisco anche che sia nemico di Lanciano, forse vuole punire la città per aver perso le elezioni, ma noi abbiamo un altro compito, quello di favorire il bene comune, e proseguiremo su questa strada”.
Intanto dal Comune di Lanciano ricordano che il primo lotto dei lavori, quello che riguarda la demolizione e ricostruzione delle gradinate (QUI l’articolo) è a carico dell’ente comunale e non è interessato dall’inchiesta, per cui il bando procede a passo spedito ed i lavori dovrebbero iniziare, così come da cronoprogramma, entro la primavera.