“La valanga era scientificamente prevedibile e i suoi disastrosi effetti erano totalmente evitabili, solo se la Regione Abruzzo avesse fatto la Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga, la Clpv che era obbligatoria dal 1992″. Così Cristiana Valentini, avvocato del sindaco di Farindola, illustrando in conferenza stampa le risultanze di un’indagine difensiva preventiva eseguita da un pool di tecnici e legali incaricati dal comune per “accertare la verità sulla tragedia di Rigopiano”. Come spiegato dall’Ansa, il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, in una conferenza stampa, ha presentato il pool di tecnici e legali per un’indagine “difensiva preventiva da consegnare alla Procura per accertare la verità”.
Come riporta sempre l’agenzia di stampa Ansa, inoltre “sono rimasti ‘inascoltati’ sin dal 1999 gli allarmi lanciati dal Comune di Farindola agli enti preposti in tema di protezione civile: è quanto emerge dallo studio del già responsabile Meteomont Abruzzo, ingegnere Giorgio Morelli, secondo il quale ‘se fossero stati ascoltati, avrebbero potuto darci una mano'”. Il documento è stato redatto nell’ambito della stessa indagine difensiva. “Nel 1999 – ha dichiarato Morelli – il Comune rilancia, pur mancando l’applicazione della legge n.47 (sulla definizione di Carta Storica delle Valanghe e Carta di Localizzazione dei Pericoli da Valanga, ndr) che era del 1992, agli organi sovraordinati, per l’esattezza alla Prefettura e alla Provincia la relazione della guida alpina Iannetti, relazione che sta sui media, di cui hanno parlato ampiamente tutti i giornali”. In quella relazione sostanzialmente Iannetti paventa una ipotesi di pericolo e chiede che si facciano gli studi che sono quelli della Clpv, affinché poi la commissione valanghe comunale, sulla base di quegli studi possa dare un proprio contributo sulla questione della sicurezza. Ma questa segnalazione non ha avuto alcuna risposta dagli enti interessati”.
Nel 2017, infine, “il sindaco – riporta ancora l’Ansa relativamente all’intervento di Morelli – senza avere necessità di riunire la Commissione valanghe diramava a tutte le autorità regionali, provinciali e prefettizie richiesta di aiuto urgente per le condizioni meteo. Il 17 gennaio, giorno prima della valanga, alle 19.29, inviava, come risulta da un estratto del telefono del sindaco, il seguente messaggio al sottosegretario con delega alla protezione civile, Mario Mazzocca: ‘presidente ho bisogno di mezzi sgombraneve perché tre su sei in dotazione al Comune non riescono ad operare con questa neve. è possibile fare qualcosa per domani mattina? Considera che siamo senza elettricità, con quattro contrade isolate. Grazie mille'”.