Nella Chiesa dell’Addolorata si è svolta la riconsegna della Statua della Pietà a conclusione dei restauri voluti dal parroco don Domenico Spagnoli. La serata è stata introdotta dal parroco che ha richiamato la matrice culturale e spirituale del restauro. “Si tratta di un solco che la spiritualità ha tracciato nella terreno cultura e che la cultura continua a tracciare nel terreno della spiritualità – ha detto il parroco –. Tutto questo è tipico del cristianesimo che conserva la sua natura “teandrica”(divino e umana) in cui l’umano e lo spirituale sono connessi per sempre e in modo particolarmente evidente nell’arte sacra”. La serata è stata scandita da tre interventi: dopo il parroco hanno preso la parola il Prof. Paolo Calvano per la parte storica e il restauratore Michele Massone per i passaggi tecnici del consolidamento strutturale dell’opera e della vera e propria ripulitura delle statue.
Nella sua introduzione Don Spagnoli ha ripercorso la storia dell’iconografia cristiana che, a partire dal XII secolo, ha visto il fiorire di rappresentazioni della Madonna con il corpo del Cristo morto in grembo. “Maria nella statua da noi custodita ha lo sguardo sul Figlio. Come ogni madre vorrebbe piangere da sola il suo dolore ma non può. Ormai Gesù non le appartiene, ormai è di tutti”. Il prof. Paolo Calvano ha illustrato i documenti che attestano l’arrivo della statua a Vasto nel 1701, acquistata dalla Confraternita della Carità e della Morte. La statua, inizialmente custodita all’interno di una cappella del chiesa agostiniana (attuale concattedrale di San Giuseppe), fu poi trasferita per un cedimento strutturale della cappella, nella chiesa di san Francesco di Paola (attuale chiesa dell’Addolorata) con il permesso di Don Cesare Michelangelo D’Avalos. Sempre dall’approfondimento dei testi si è anche confermato un intervento di valore sulla Pietà nel 1823 ad opera del pittore Gabriele Smargiassi, che è tornato alla luce proprio con l’attuale restauro.
Il terzo momento è stato curato dal restauratore Michele Massone, coadiuvato da Luana Barattucci, che ha illustrato il lavoro di consolidamento, di disinfestazione e di ripulitura che hanno restituito luminosità alla statua mettendo finalmente in evidenza le numerosissime tracce della flagellazione, dei legacci, della coronazione di spine e della crocifissione che sono stati rappresentati dalla mano dell’artista. Anche sul volto della Vergine sono finalmente visibili i particolari del volto con le lacrime. La serata ha visto una partecipazione molto interessata dei fedeli e si è conclusa con il grazie da parte della parocchia sia al Dott. Sergio Caranfa, funzionario della Soprintendenza, sia ai tanti collaboratori e collaboratrici della chiesa che hanno il prezioso compito di custodia delle opere.