Continua a far discutere la denuncia della Rsa Usb della Sevel di Atessa relativa al permesso ad andare in bagno negato a un operaio. Dopo la denuncia del sindacato [LEGGI QUI], l’eco nazionale e anche un’interrogazione parlamentare [LEGGI QUI], la vicenda non si chiude. I legali dell’operaio coinvolto nella vicenda, infatti, si sono detti insoddisfatti del comportamento dell’azienda, a riguardo.
“Tutto il nostro studio – ha infatti dichiarato all’Espresso l’avvocato Diego Bracciale, che patrocina l’operaio della Sevel – è mobilitato per gestire al meglio, e con la massima celerità, quanto accaduto al lavoratore, un fatto di inaudita ed eccezionale gravità. Vogliamo tutelare i suoi diritti. Verranno adite tutte le sedi, penali e civili, con ogni azione possibile e verso chiunque può presentare anche il più minimo profilo di responsabilità. Qui è stata lesa la dignità sia dell’uomo che del lavoratore. Sembra che tutte le battaglie combattute per l’affermazione dei diritti dei lavoratori siano state vane. Ma ora è possibile osservare finalmente anche dall’esterno il clima che regna dentro l’azienda. Ho appreso di scuse della società, che in tutta franchezza ritengo che a poco possano servire”.
Come riporta sempre L’Espresso, “l’azienda si è già scusata col lavoratore e ha preso parte (rappresentata da dirigenti) a un consiglio straordinario delle rsa Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione quadri e capi Fiat. In quella sede, ha annunciato che avrebbe fatto una ricognizione della vicenda intervenendo direttamente sui responsabili. Ma il sindacato sostiene che questi provvedimenti disciplinari, alla fine, non ci sono stati: la multinazionale di Sergio Marchionne si sarebbe limitata a richiamare i capi reparto e i team leader, ribadendo che la priorità deve essere il rispetto della persona. ‘Visto che si è già scritto parecchio sull’episodio e noi non siamo intervenuti subito, preferiamo ora non fare commenti, fino a che non abbiamo chiarito bene quanto è accaduto’ ha replicato l’ufficio stampa Fiat-Chrysler”.