Nell’era di internet e della socializzazione tra media e corridoi scolastici, l’Istututo comprensivo G. Rossetti cambia volto: si scompone, si capovolge, si flippa e lavora in rete: “Spesso – spiega la docente Emma Columbro – si insegna in classi rimaste uguali nel corso dei decenni, in cui regnano i ricordi, i colori e l’immobilismo di un tempo passato. Non è così presso l’Istituto G. Rossetti dove gli strumenti sono cambiati, ci sono LIM, laboratori mobili, classi scomposte, e laddove non sono presenti computer o tablet per tutti, si utilizzano gli smartphone, i mobile device”.
Metodologia diffusa nell’intero Istituto è la flipped classroom – classe capovolta, dove “l’insegnante mette a disposizione degli alunni dei materiali in rete, delle vere e proprie lezioni registrate, che possono essere anche risorse già presenti in internet e che vengono studiate a casa di pomeriggio oppure condivise in gruppo anche a scuola. La mattina, in classe, in spazi ridisegnati, i ragazzi sono coinvolti in laboratori, lavori di gruppo, che mettono al centro la loro creatività e le loro intelligenze. Gli alunni lavorano in isole con 4/5 postazioni: in gruppo imparano a collaborare, a confrontarsi, a superare le divergenze, ad aiutarsi. La cattedra non è più necessaria: l’insegnante si muove fra i banchi e le sedie accanto ai ragazzi. Sono presenti video proiettore/LIM, PC, la tecnologia è funzionale alla didattica alla pari di un libro o di una penna. Ci sono degli spazi relax con piccoli divani: alla fine di ogni attività o a ricreazione gli alunni hanno la loro pausa per rilassarsi. L’ambiente didattico è un fattore essenziale per l’apprendimento, è fondamentale scomporre l’aula per permettere agli studenti di raggiungere gli obiettivi prefissati e poi per sapersi confrontare con gli altri, affermare o confutare tesi, saper lavorare in gruppo, saper comunicare, esprimersi, ascoltare, indirizzare la creatività e le emozioni. La proposta di “classe scomposta” dell’IC G.Rossetti parte dalla realtà: offrire libertà, anche di movimento, nell’aggregazione spontanea e nella proposta di nuove modalità di apprendimento che rende i ragazzi molto più responsabili: negli studenti crescono l’autostima, la disciplina e la capacità di interagire socialmente rispettando le regole.
Certo è importante la banda larga, servono i computer, serve la lavagna interattiva multimediale, importanti sono le risorse digitali. Tuttavia servono soprattutto insegnanti formati, capaci di fare anche i blogger, di lavorare in modo cooperativo”.
“Sono questi gli ingredienti principali della flipped classroom, – prosegue la docente Columbro – quella rivoluzione della scuola che non passa attraverso le riforme istituzionali, ma per la sperimentazione quotidiana degli insegnanti. L’IC G. Rossetti in Italia è una delle 120 sezioni con docenti capovolti in cui ufficialmente si pratica la didattica capovolta. La flipped classroom apre la strada a una didattica inclusiva, in cui gli studenti stanno in classe non per assistere passivi alla lezione, ma per studiare insieme ed essere seguiti individualmente”.
“Stiamo proseguendo questa sperimentazione – aggiunge la dirigente scolastica Maria Pia Di Carlo – con vivo entusiasmo e profonda motivazione proprio alla luce delle ricadute formative e del consenso positivo delle famiglie. Il metodo della classe scomposta è risultato molto efficace per lo sviluppo dell’autonomia e della capacità di organizzazione dei tempi, del materiale e delle attività necessarie allo svolgimento dei compiti assegnati di volta in volta. Osservare e toccare con mano il fatto che gli alunni sappiano affrontare situazioni problematiche nuove, mettendo in atto diverse strategie, e che siano capaci di costruire i propri saperi, è la soddisfazione più grande perché rappresenta ciò che gli insegnanti sono chiamati a fare: formare nuovi cittadini riflessivi, critici ed attivi”.