Si è svolto venerdì scorso presso la Pinacoteca Palazzo d’Avalos il convegno organizzato dal Partito Socialista della Provincia di Chieti, su Fine Vita: il diritto di scegliere. Sono intervenuti Gabriele Barisano (segretario del PSI di Chieti), Maria Amato (deputata del Partito Democratico), Mina Welby (copresidente dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica) e Pia Locatelli (deputata e presidente del Comitato permanente per i Diritti Umani).
Il dibattito, che ha registrato una presenza numerosa di pubblico, è stato condotto da Gabriele Barisano e ha affrontato due tematiche: il ricordo della vicenda di Welby a dieci anni dalla sua scomparsa, e la descrizione del percorso della proposta di legge in discussione alla Camera sul DAT (Dichiarazione Anticipata di Trattamento).
Le onorevoli Amato e Locatelli hanno parlato dell’iter parlamentare della proposta di legge, ancora in discussione nella commissione competente, che presto sarà discussa in aula. L’Italia è uno dei pochi paesi europei che non ancora legifera in materia, Inghilterra, Germania, Belgio, Spagna hanno da tempo disciplinato la materia. Si è affermato il perché della necessità di una legge che permetta a tutti di poter decidere del proprio fine vita. Una legge che rispetti le volontà di ogni persona, una legge che non parla di eutanasia ma che dia la possibilità di lasciare un testamento biologico in cui siano riportate le proprie volontà.
L’onorevole Amato ha dichiarato: “Oggi più che mai è giunto il momento di una legge sul testamento biologico. E’ il momento ideale perchè il paese non è sottoposto ad un caso clinico, non vi è una possibile influenza di un caso mediatico”. L’attuale proposta di legge è definibile di diritto mite, norma il consenso informato e cioè “il tempo del parlare tra medico e paziente che non è altro che un tempo di cure”, sostanzialmente la certificazione di un patto tra medico e paziente. Il consenso informato deve diventare “altro” quindi rispetto, a ciò che avviene oggi. La sanità deve essere intesa come prossimità al paziente, che non può e non deve essere lasciato solo se rifiuta le cure totalmente o parzialmente. Il Servizio Sanitario Pubblico deve assicurare al paziente la dignità fino alla fine.
L’onorevole Locatelli ha sottolineato che quella del testamento biologico è stata la sua prima proposta di legge, con la costituzione di un intergruppo con l’obbiettivo della calendarizzazione della legge , raggiunto a fine 2015. Nella commissione XII si è lavorato per giungere ad un testo unificato, mettendo insieme ben 16 diverse proposte di legge, sua relatrice On. Donata Lenzi, testo approvato all’unanimità. L’intento è quello di giungere all’approvazione di una legge mite, chiara che comprenda gli elementi e i principi della libertà, dell’ autodeterminazione, del consenso informato e del diritto alla scelta delle prestazioni sanitarie che si vogliono. Tale testamento diventa operabile allorquando una persona è affetta da patologie irreversibile, patologie degenerativa e/o una patologia irreversibile, sostanzialmente ora per allora.
Mina Welby ha ribadito la necessità di una legge del testamento biologico e sul fine vita ricordando che anche suo marito l’aveva voluta fortemente insieme ad una legge sul voto ai disabili. Si è dichiarata favorevole all’attuale proposta di legge ricordando le sue esperienze personali con garbo e dolcezza sottolineando come quella con suo marito Welby sia stata una vita lunga e bella, fatta di una continua ricerca come superare le limitazioni della malattia, man mano che si presentavano.