L’autore, Nicola Maiale (originario di San Salvo e pescarese d’adozione laureato in Scienze Politiche presso l’Università La Sapienza di Roma, dedito ai fenomeni correlati alla violenza politica e alle culture conflittuali) e Luigi D’Ettorre che lo introdurrà (di Torrebruna, laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Teramo e dottorando presso lo stesso ateneo) presentano In Fiamme (ed. Circolo Proudhon).
L’appuntamento è sabato 28 gennaio (17.30) all’Herzog Bookbar di via Grasceta.
“Dal suicidio (la violenza su di sé) alla guerra (la violenza di una comunità “territoriale” contro l’altra), nessun tipo di violenza può essere in alcun caso considerata privata”. Miro Renzaglia
Cos’è successo in Italia esattamente un secolo fa? Perché, tra gli inizi del ‘900 ed il 1922, una parte dei giovani italiani individuò nella violenza lo strumento principale per rovesciare lo Stato liberale e tentare di trasformare radicalmente il nostro Paese? Una ricerca che parte dall’analisi della ribellione giovanile italiana d’inizio Novecento per finire al 28 ottobre 1922: l’ansia dell’attesa, le ideologie della crisi, i futuristi, i nazionalisti, i sindacalisti rivoluzionari, la guerra e l’assalto al cielo degli operai e dei contadini, le occupazioni delle fabbriche e delle terre, l’impresa di Fiume e D’Annunzio, lo squadrismo e gli Arditi del Popolo, le barricate di Parma e la marcia su Roma. Le idee, i protagonisti, gli strumenti di una ribellione generazionale divenuta guerra civile.