L’apertura di un centro d’accoglienza con 25 minori causerebbe “tensioni sociali e problemi di ordine pubblico difficilmente gestibili con le forze di polizia presenti sul territorio“. Ne è convinto il Comune di Gissi, lo ha scritto nero su bianco nel documento inviato alla Prefettura di Chieti sull’apertura di un centro d’accoglienza per minori stranieri non accompagnati in paese.
Maggioranza e opposizione (Cambiamo Gissi) si ritrovano a braccetto nell’esprimere contrarietà alla proposta di attivazione della struttura da parte della cooperativa Pianeti Diversi di Gragnano (Na), facente parte del Consorzio Matrix (che sul territorio gestisce altri centri simili a Palmoli, San Salvo, Lentella, Schiavi d’Abruzzo, Carunchio, Torino di Sangro).
Il Comune in questi casi non ha alcun potere decisionale, ma è chiamato dalla prefettura a esprimere osservazioni in merito per capire se ci sono le condizioni favorevoli all’apertura del centro d’accoglienza.
I DUBBI SULLA SEDE – Come confemato a zonalocale.it dal sindaco Agostino Chieffo, la struttura gissana dovrebbe ospitare 25 minori nell’ex albergo di via Italia, ma proprio su questo punto ci sono diversi interrogativi.
“I proprietari dell’immobile – spiega il primo cittadino – avevano chiesto il sopralluogo dei vigili del fuoco di Chieti a causa della presenza di alcune lesioni (una di queste recentemente comparsa nel salone seminterrato in corrispondenza dei pilastri portanti, come scritto nel documento). Non ne conosciamo ancora l’esito, la struttura è agibile? Non lo sappiamo”. Inoltre, nelle osservazioni si chiede se l’edificio sia “a norma con la prevenzione anticendio e antifortunistica”.
I dubbi sulla struttura non terminano qui. Il primo cittadino aggiunge: “Dagli atti in nostro possesso e dalla visura catastale risulta che l’immobile è ancora degli storici proprietari e non nelle disponibilità della cooperativa come recitano i documenti della proposta di apertura inviati al prefetto”.
“A questo punto – ci si chiede nel documento – sarebbe interessante anche capire come possa aver dichiarato di avere la disponibilità dell’immobile”.
TENSIONI SOCIALI – I consiglieri comunali nelle osservazioni prodotte sottolineano che il parere non favorevole non è frutto di posizioni ideologiche, ma della “conoscenza del tessuto sociale della comunità”.
Tra le motivazioni principali viene richiamata la crisi che da anni sta colpendo l’area industriale della Val Sinello. Numerose famiglie hanno perso la propria fonte di reddito, sono aumentate le domande di sussidio e assistenza e l’apertura del centro, secondo gli amministratori, troverebbe forti resistenze che sfocerebbero in tensioni sociali.
Il Comune, inoltre, non avrebbe risorse a disposizione per svolgere attività di volontariato con “l’impossibilità di veicolare alcun messaggio positivo di integrazione e migliorare il grado di percezione da parte della comunità locale“.
Chieffo assicura che le osservazioni sono solo il primo passo. L’argomento approderà sicuramente in consiglio comunale e in incontri pubblici con la popolazione.
Dall’altra parte c’è Antonio Corona, il prefetto di Chieti, che da tempo chiede ai Comuni di organizzarsi per ospitare i profughi, altrimenti, volenti o nolenti, penserà lui a collocarli nella prima struttura idonea. L’esempio è a pochi chilometri di distanza, ad Atessa, dove le barricate di alcuni cittadini non hanno portato Corona a fare dietrofront [LEGGI].