Appaiono numeri in semplice progressione aritmetica seguiti da uno punto zero. Chi non è capace di contare fino a quattro, ancorché seguito da quello strano sistema numerico?! Magari, tra qualche anno, fino a cinque?! Eppure, sono in molti ad essersi fermati alla conta del tre; approdandoci anche con qualche difficoltà.
Oggi, il mondo evoluto sta imparando a contare il quattro. Mio padre, ad 86 anni, benché uomo emancipato per il suo tempo, poco prima dell’ultimo buongiorno, mi chiedeva, ripetutamente, cosa fosse internet. E faceva difficoltà a comprendere la mia artigianale risposta, forse proprio perché resa alla buona…
Probabilmente, prima di questa universalmente riconosciuta numerazione evolutiva, nessuno si era accorto di vivere il periodo dell’1.0; per molti, anche del 2.0. Poi e ad un certo punto, questi numeri hanno preso a contare il tempo, sostituendosi persino a lustri e dei decenni.
Ma di che si parla? Si parla dell’uso della tecnologia web e delle sue rivoluzioni. Una terminologia tecnica e per iniziati, quella del web, che tiene lontani dalla conta i più: coloro che non conoscono quel “dialetto”, una lingua per molti matrigna.
Il termine Web 3.0 (il 2.0 è ormai preistoria…) è apparso per la prima volta agli inizi del 2006. Ha segnato l’evoluzione nell’utilizzo del web, con la possibilità di trasformarlo in un database, una banca dati memorizzata in un elaboratore elettronico. Tutte informazioni collegate tra loro secondo un particolare modello logico. Un contenitore da cui attingere per “sapere”, per utilizzare al meglio tecnologie proprie di un’intelligenza artificiale, trasformando una “rete” di grandezza mondiale in un luogo accessibile a tutti ed in cui tutti i documenti, le informazioni e i dati lì pubblicati sono tra loro messi in relazione da una parola scritta su un motore di ricerca. L’elaborazione automatica produce i risultati richiesti e conservati nel web geospaziale.
Il Web 3.0 è oggi l’A-B-C, il diploma delle scuole dell’obbligo. Chi non ne ha capito senso ed utilizzo può ritenersi “out”, fuori dai processi produttivi ed evolutivi, pronto ad occupare una panchina nella più vicina villa comunale, qualunque sia la sua età, per compilare uno schema di parole crociate. Una realtà spietata.
Il segmento di un nuovo futuro inizia con il Web 4.0, con esso il sistema metterà in relazione, in modo automatico, le persone e non più le parole, i documenti, i dati e lo farà sulla base di quel che esse fanno nella vita e delle loro conoscenze. Un sistema incardinato sulla realtà fisica e tangibile. Macchine e software permetteranno l’interazione tra le persone: l’intelligenza artificiale, la sua potenza di calcolo, consentiranno di individuare percorsi comuni, integrando risorse e competenze. In definitiva, uno strumento tecnologico al servizio delle relazioni interpersonali, con l’obiettivo di potenziare la capacità dell’insieme. Immaginiamo la capillarità della tecnologia wireless che permetta alle singole persone di essere costantemente online, sempre e ovunque.
Un utilizzo potremmo dire “sociale”, laddove chiunque potrà essere in grado di raggiungere i propri scopi utilizzando l’intero patrimonio del proprio essere, l’insieme delle proprie personali risorse messe in rete per l’incontro delle intelligenze.
L’applicazione del 4.0 in atto nel sistema industriale nasce in Germania, è concepita come la quarta rivoluzione industriale: correlazione ed uso di sistemi intelligenti. Nelle fabbriche, dialogo tra persone, macchine e prodotti; una filiera di fabbriche collegate in rete capaci di realizzare un processo produttivo unico che razionalizzi, addirittura personalizzandolo, il prodotto finale. Risultato: sarà una produzione con cui assecondare la domanda eliminando eccessi e difficoltà di collocamento sul mercato. Una scarpa a misura per ogni piede.
Si va verso un cambiamento totale dei sistemi di produzione, dell’organizzazione sociale e della cultura delle relazioni e questo attraverso la creazione di una intelligenza artificiale che favorisca la confluenza di tutte le conoscenze innovative.
Anche la politica dovrà fare il suo dovere, con scelte economiche di lungimirante prospettiva per cogliere le opportunità dell’innovazione. Finanziamenti ed ammortamenti agevolati per il rilancio degli investimenti delle imprese per beni strumentali, per l’acquisizione delle tecnologie 4.0 e per la ricerca; senza tralasciare misure fiscali che agevolino la formazione del capitale rappresentato dalle persone che concorrono ai processi produttivi.
Ci si chiede, sono pronti i nostri giovani a concepire una vita 4.0? Sono pronti ovunque risiedano? Al nord, al sud, all’est o all’ovest del mondo? Sono pronti qui, da noi o devono, per forza, trasferirsi nei paesi in cui si mangia pane e 4.0?
Il web è ovunque, anche da noi, provincia del mondo. Che l’anno nuovo porti il desiderio di capire e sapere, senza accontentarsi di fare i camerieri di una tavola i cui commensali non lasciano neanche briciole ed auspicano esistano sempre molti più camerieri… Buon anno ai ragazzi del 4.0!