Turni di lavoro non concordati nel periodo natalizio e scatta lo stato di agitazione della polizia penitenziaria del carcere di Torre Sinello, a Vasto. L’hanno indetto cinque sindacati di categoria: Sappe, Osap, Fns-Cisl e Cnpp, perché “il dirigente reggente della casa lavoro di Vasto, Giuseppina Ruggero – scrivono in un comunicato i rappresentanti sindacali Di Nardo, Fragasso, Greco e Chiarella – con l’atto trasmesso alle organizzazioni il 22 dicembre, oltre a non tenere fede a quanto concordato il 16 novembre 2016, ovvero di trasmettere entro il 30 novembre l’elaborazione di un’organizzazione del lavoro temporanea da attuare per le festività Natalizie, al fine di azzittire alcune organizzazioni, che con missive avevano già denunciato lo stato di chiusura sindacale, ha trasmesso un semplice elenco laddove viene indicato in modo superficiale la festività che ogni poliziotto penitenziario avrebbe dovuto far libero dal servizio.
Quanto accaduto ha escluso scientemente la legittima possibilità per le organizzazioni sindacali di poter per tempo richiedere, qualora necessari, correttivi a quella che risulta essere una unilaterale organizzazione del lavoro ancora tuttora ad esse sconosciuta che, oltre a creare un disagio di non poco conto al personale, ha confermato lo stato di apatia gestionale, sia verso le organizzazioni sindacali, ma cosa più grave anche verso il personale che ha dovuto aspettare solo qualche giorno prima di sapere il turno di servizio da svolgere e come sarebbe dovuto essere svolto”.
“Tanto per fare un esempio – si legge nel comunicato congiunto – vengono imposti orari con ricorso allo straordinario mai concordati con le organizzazioni sindacali, peraltro nei ruoli ispettori e sovrintendenti si è di fatto in maniera autoritaria, generata una carenza di personale, per scelte discutibili della dirigenza, e ciò viene fatto pagare al personale del ruolo assistenti, che vengono utilizzati in compiti e con responsabilità non propriamente attinenti alla propria preparazione professionale, con esposizione anche a conseguenze di natura penale, in caso di criticità non affrontate con la dovuta conoscenza delle norme in vigore”.
Sappe, Osaop, Fns-Cisl e Cnpp accusano la dirigenza “di non voler interloquire con le organizzazioni sindacali” e “proclamano lo stato di agitazione e comunicano il ritiro delle delegazioni, non riconoscendo più nell’attuale dirigenza di Vasto un interlocutore che rispetti gli accordi e con cui poter intrattenere un dialogo e discutere delle problematiche circa il rispetto dei diritti e le questioni lavorative del personale. Pertanto, in attesa di poter confrontarsi con un rappresentante dell’amministrazione che abbia seriamente l’intenzione diinstaurare nelle relazioni sindacali un comportamento improntato al rispetto degli accordi che si sottoscrivono, le scriventi richiedono agli organi sovraordinati alla dirigente di Vasto, il prima possibile, l’attivazione di una procedura di controllo dell’azione amministrativa, anche ispettiva, ed evidenziano che l’azione di protesta seguirà ad oltranza, e che nei prossimi giorni verranno valutate e approntate ulteriori iniziative a sostegno della vertenza”.
“A causa dell’assenza di dialogo” e “della discutibile organizzazione unilaterale del lavoro, un poliziotto è costretto a svolgere nell’arco della giornata ben oltre 4 posti di servizio (vi è chi viene impegnato, al di fuori di ogni accordo, alla sezione circondariale da solo per tutto il turno 8-16), e
sopratutto, anche in relazione alla mole abnorme di lavoro a cui è obbligato, incorre in un qualsiasi errore, senza nemmeno sentirne le legittime motivazioni, è immediato oggetto di contestazione disciplinare”.