“Non è irreversibile, ma l’ospedale di Vasto è in coma. E non dobbiamo piangerci su o pregare Dio affinché esca da questo stato. Perché il coma è indotto. Gli è stato procurato volontariamente. E allora dobbiamo solo indignarci, e possibilmente manifestare la rabbia nei confronti dell’anestesista politico che l’ha procurato: senza andare troppo lontano, l’assessore alla Sanità Silvio Paolucci. È il responsabile, assieme al sindaco di Vasto Francesco Menna, che di lui è stato l’assistente. Non in sala operatoria. In Regione”. L’accusa arriva dal responsabile del sodalizio dei giovani del centrodestra vastese Giovani in Movimento, Marco di Michele Marisi, che lancia l’allarme sulle prestazioni sanitarie nel nosocomio vastese, accusando il sindaco di aver fatto campagna elettorale su “una sanità che avrebbe funzionato. Passata la festa, però, gabbato lo Santo”.
“Un esempio su tutti – precisa di Michele Marisi – tenendo ben a mente che l’ospedale di Vasto serve un territorio ben più esteso della stessa nostra città di 42mila abitanti e che già di per sé sta diventando grande (solo dal punto di vista demografico, purtroppo): niente più radiografie al San Pio da Pietrelcina. Per un esame banale e comune come questo, bisogna andare ad Atessa o addirittura a Lanciano. Non solo pagando l’impegnativa, ma anche pagandosi il viaggio. Oppure si è obbligati a percorrere la strada del privato. Che costa di più, o che comunque costa come ticket più viaggio per raggiungere Atessa o Lanciano. E come i raggi tanti altri esami. Nell’assoluto silenzio del primo cittadino, come sempre prono ai voleri di D’Alfonso e Paolucci, che stanno proseguendo nel progetto di affossamento della città e del territorio del Vastese. Altro che emodinamica… qui ci vuole la rianimazione. Dell’Ospedale di Vasto”.