Tre soluzioni possibili. Una scelta da compiere “entro gennaio”, ha avvertito Luciano D’Alfonso, presidente della Regione Abruzzo. Altrimenti “di lavori da fare ne ho tanti”. Quindi il rischio è di perdere i soldi. Un centinaio di milioni di euro dell’Anas.
Le tre opzioni per l’arretramento della statale 16 dividono i sindaci del Vastese: va tramontando la prima ipotesi, quella più impattante, ossia la costruzione di un lungo viadotto, che sarebbe un pugno in un occhio per la veduta di Vasto Marina. Ne spunta una seconda, illustrata in una riunione tra Regione, Anas e Comuni nella Sala del Gonfalone del municipio: scavare una galleria nella pancia del promontorio di Vasto, un secondo traforo dopo quello ferroviario la cui costruzione iniziò nel lontano 1987 per terminare nel 2004, quando all’inaugurazione presenziò Pietro Lunardi, allora ministro dei Trasporti del Governo Berlusconi. Diciassette anni per completare un tunnel da 6 chilometri e 800 metri.
La terza proposta è sostenuta da 25 sindaci dell’entroterra: utilizzare le fondovalli esistenti, adattarle e rimetterle a nuovo, senza opere faraoniche. E’ la soluzione illustrata ieri pomeriggio, nell’incontro pubblico all’interno dell’aula consiliare di Vasto, dal sindaco di Fresagrandinaria, Giovanni Di Stefano.