“In soli 5 anni Sofia ci ha insegnato tanto: ci ha insegnato la gentilezza, la dolcezza, la speranza, la forza e la pazienza di combattere contro la malattia e ci ha insegnato ad essere una comunità più unita. Oggi il cielo ci sembra chiuso, indifferente; abbiamo pregato, abbiamo chiesto un miracolo che non è avvenuto. Ma al di là del muro di lacrime che ci schiaccia, un miracolo c’è stato. Un miracolo fatto da Sofia e Gesù, che hanno combattuto insieme una dura malattia e ci hanno insegnato la speranza, che adesso non deve venire meno. Possiamo e dobbiamo credere che se Gesù non le ha evitato la morte, dalla morte l’ha salvata. E adesso Sofia è in piedi, davanti a Lui, come la figlia di Giairo, nel passo del Vangelo che ho scelto per questa occasione, precedendoci nella Casa del Padre”. Queste le parole di conforto che don Gianni Carozza ha rivolto oggi pomeriggio alla comunità di San Marco e ai tanti che si sono stretti alla famiglia della piccola Sofia Magrofuoco, venuta a mancare nella giornata di ieri a causa di una malattia.
Parole difficili da trovare per “una morte inaccettabile” che ha richiamato presso la chiesa di San Marco parenti, amici e personale dell’Istituto Comprensivo “Rossetti” che la bimba frequentava. Parole di affetto sono state espresse dalla dirigente dell’istututo, Maria Pia Di Carlo, e dalla cuginetta di Sofia: “Questa notte, quando guarderò il cielo, saprò che la stella più luminosa sei tu“.