La festa del giorno dell’inaugurazione della terza vasca del Civeta è lontana [LEGGI]; a settembre si stappò anche lo spumante, oggi l’aria che tira è ben diversa. I sindaci dei comuni fondatori del consorzio intercomunale che gestisce i rifiuti nel Vastese sono pronti a occupare l’impianto se presto non sarà ripristinata la rappresentanza degli organi consortili. I primi cittadini sono sul piede di guerra per una serie di questioni, prima fra tutte il nuovo aumento delle tariffe che rischia di essere una bella “legnata” per cittadini e bilanci comunali.
LA “LEGNATA” INGIUSTIFICATA – Ad annunciare l’insostenibilità della situazione è stata Tiziana Magnacca che stamattina insieme a Mimmo Budano (Villalfonsina), Manuele Marcovecchio (Cupello), Saverio Di Giacomo (Monteodorisio) e Filippo Marinucci (Casalbordino) ha elencato le criticità del consorzio. Su tutte c’è il mancato coinvolgimento dei proprietari del Civeta, cioè i sindaci fondatori (oltre a quelli elencati, ci sono anche Vasto, Scerni e Pollutri).
L’ultimo provvedimento del commissario Franco Gerardini è l’aumento delle tariffe, “Siamo molto preoccupati, gli aumenti non sono più tollerabili. A San Salvo l’anno scorso c’è stato un mancato gettito di 600mila euro, segno che le famiglie sono in difficoltà. Il rischio è che il mancato incasso raddoppi e sarà un cane che si morde la coda: se entreranno meno soldi, il Comune avrà difficoltà a pagare lo stesso Civeta”.
Parla di “20-25% di aumento ingiustificato” Budano: “La Regione deve fare chiarezza. D’Alfonso aveva promesso di ristabilire gli organi consortili e così non è stato. Noi sindaci non sappiamo neanche chi porta i rifiuti qui“.
Sono peggiori le stime del primo cittadino cupellese: “Gli aumenti su Cupello sono del 25-30%. È una legnata che arriva sui bilanci comunali. È difficile far quadrare i conti così. Chiediamo per questo la restituzione della governance e degli organi di gestione e controllo ai sindaci che sono proprietari del consorzio. Attendiamo risposte dalla Regione, ma siamo pronti a manifestare dentro il Civeta che in fondo è già casa nostra”.
RIFIUTI DA LONTANO – All’orizzonte però pare ci sia anche una collaborazione/fusione non meglio specificata con la Ecolan di Lanciano. “Ci sono delibere che lo lasciano intendere – ha detto la Magnacca – La Ecolan viene già qui a conferire e non ne sappiamo nulla. Quanti più rifiuti si conferiscono, tanto meno durerà la terza vasca”.
Lo stesso allarme lo lancia anche Di Giacomo: “Siamo tagliati fuori da ogni discussione, non abbiamo garanzie sulla provenienza dei rifiuti. Oggi il Civeta riceve rifiuti da un territorio molto più ampio di quello previsto con la fondazione. È ovvio che per il gestore (la Cupello Ambiente, nda) prima si riempie la vasca e meglio è, ma di questo passo possiamo trovarci di tutto”.
Quello dell’estensione del raggio d’azione del Civeta non è una novità, anzi. Il presidente della Regione Luciano D’Alfonso aveva salutato positivamente l’apertura della terza vasca e l’apertura al territorio regionale aggiungendo: “Sono certo che non ci saranno napoletanate, questo è un sistema che funzione”.
GRANA PERSONALE – Terzo punto critico è quello del personale. Con il subentro della Cupello Ambiente il personale del Civeta sarebbe dovuto passare alla società di Rocco Bonassisa e della Riccoboni spa. I dipendenti dell’ente, però, non vedrebbero di buon occhio il passaggio temendo una perdita di garanzie. Nel frattempo i gestori dell’impianto ne hanno dovuto assumere altri per portare avanti le vasche facendo lievitare i costi del personale.