Le 4 aziende trainanti del cuore produttivo del Sud Abruzzo fuori da Confindustria, ma non si parli di crisi di rappresentatività dell’associazione. È questa la posizione del sodalizio degli industriali dopo l’uscita della Denso Manufacturing di San Salvo [LEGGI]. L’azienda che a Piana Sant’Angelo produce motorini d’avviamento per le principali case automobilistiche europee ha deciso di non rinnovare la propria quota associativa, l’uscita diventerà formale il 1° gennaio 2017. Prima della Denso andarono via Sevel (2011), Honda e Pilkington (2014).
Luigi Di Giosaffatte, direttore generale Confindustria Chieti-Pescara, dopo l’articolo sull’eclatante abbandono ci tiene sottolineare come la vicenda Denso sia l’unica post-fusione tra le associazioni di Chieti e Pescara e come questa non intacchi la collaborazione in atto su più fronti: “La loro è stata una libera scelta, ma occorre evidenziare come la Denso sia l’unica grande uscita dopo la fusione. Con tutti loro i rapporti restano ottimi. Insieme alle due imprese sansalvesi siamo entrati nel polo automotive per trasportare le merci direttamente alla piattaforma d’interporto Val Pescara fino a Mantova. Il gruppo di lavoro era coordinato da Confindustria Chieti-Pescara”.
Per Di Giosaffatte la Denxit, così come i precedenti passi indietro delle altre grandi imprese, non mina la rappresentatività di Confindustria Chieti-Pescara: “Questi abbandoni non hanno determinato una carenza di rappresentatività, noi oggi siamo tra le Confindustrie più grandi del Centro Italia e abbiamo anche il seggio premiale dei 96 grandi elettori dell’associazione in Italia. Senza la fusione non sarebbe stato possibile”. A sostegno delle proprie parole il direttore generale snocciola i dati riguardanti gli ultimi anni: “Il saldo tra le imprese neo iscritte e quelle dimesse nel 2015 è attivo di 37 unità. Anche nel 2016 il trend neo associate/dimesse è positivo. Il costo del personale è sceso di 89mila euro e la saturazione media dei servizi supera l’80%, segno di una domanda altissima da parte degli associati. Grazie alla fusione, inoltre, rappresentiamo la 15ª associazione a livello nazionale per numero di aziende iscritte, la 34ª per numero di addetti, la 32ª per entrate contributive. L’incidenza del costo del personale sul totale dei ricavi ha subito una flessione di ben 5 punti percentuali dopo la fusione. Nel 2015 abbiamo ottenuto la riduzione dei costi di produzione per euro 94.500,00 mantenendo tre presidi operativi Pescara, Val di Sangro e Vasto ed una sede di rappresentanza a Chieti. Gli indici di liquidità e di struttura finanziaria calcolati con metodo oggettivo aziendale sono definiti ottimali”.
Insomma, per Di Giosaffatte “questi dati dovrebbero far comprendere come la scelta della fusione abbia ottenuto risultati inconfutabili in ordine alla rappresentanza, ai servizi ed alla gestione”.
Ora l’obiettivo è riportare le quattro all’interno: “Noi siamo inclusivi, non c’è una politica di ostruzione nei loro confronti. Vogliamo far comprendere anche a loro che questa è una Confindustria nuova che sta cambiando pelle e sta lavorando per le imprese e per il territorio, non per il singolo imprenditore. Puntiamo a far vedere Chieti-Pescara non come due province ma come un unico territorio, un unico asse economico che rappresenta più del 67% del Pil industriale di tutta la regione”. I prossimi anni diranno se la sfida è stata vinta.