Si sono svolte questa mattina le celebrazioni in ricordo della strage di Nassiriya, in cui morirono 19 persone tra carabinieri, militari dell’esercito e civili, il 12 novembre 2003. A ricordare le vittime del terribile attentato, l’amministrazione comunale, i carabinieri della Compagnia di Vasto, le associazioni combattentistiche e rappresentanti di polizia di Stato, guardia di finanza, polizia municipale e protezione civile.
In apertura, dopo la benedizione delle corone d’alloro da parte di don Domenico Spagnoli, parroco di Santa Maria Maggiore, la preghiera per la Patria recitata da un membro dell’Associazione Marinai d’Italia, a cui sono seguiti gli interventi dei ragazzi dell’Istituto comprensivo G. Rossetti. A seguire, è stato il maggiore Giancarlo Vitiello, comandante della Compagnia carabinieri di Vasto, a ricordare quei terribili momenti costati la vita a 19 persone, in gran parte carabinieri impegnati dal 15 luglio 2003 in Iraq nell’operazione di peacekeeping Antica Babilonia che – come ricordato dal maggiore Vitiello – aveva come obiettivi “la ricostruzione del comparto sicurezza, ricostruire strutture e servizi di pubblici, rilevare eventuali residui radioattivi dovuti alla precedente guerra, assicurare l’ordine pubblico, il controllo del territorio e il contrasto alla criminalità”. In questo contesto, “il ricordo di quella tragica mattina, quando dopo aver attaccato il presidio di sicurezza, un camion pieno di tritolo esplose, provocando la morte di militari e civili”. Un momento difficile, di grande dolore per l’intera nazione: “Quei giovani – ha sottolineato il maggiore Vitiello – hanno saputo rappresentare i valori di un intero popolo. Non portavano violenza, ma contribuivano a costruire la pace. Erano uomini, padri, mariti, benvoluti anche dal popolo di Nassiriya. Avevano capito che legalità e pace non sono solo parole, ma vanno espresse con i fatti”. Il pensiero conclusivo, agli orfani delle vittime, le cui lacrime si possono consolare “al pensiero che il sacrificio dei propri cari possa contribuire alla costruzione di un mondo di pace. La pace, infatti, era la nostra missione in quella terribile circostanza”.
Nell’intervento del sindaco Francesco Menna, inoltre, il ricordo dell’emozione del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi nell’accogliere le vittime dell’attentato, “espressione di un sentimento di commozione che ha attraversato l’Italia intera”. Dalla compostezza dei famigliari, invece, “il senso di comunità che rappresenta un Paese che non si piega alla violenza. Ricordare questi eroi significa consegnare alle giovani generazioni il senso del dovere nei confronti della pace. Onore a chi ha servito la Patria fino al sacrificio di se stesso. Onore ai carabinieri“.
Al termine della cerimonia presso il cippo dei Caduti di Nassiriya, la deposizione della corona d’allora presso il Monumento ai carabinieri.
I caduti di Nassiriya (12 novembre 2003)
Carabinieri: maresciallo aiutante Massimiliano Bruno, sottotenente Giovanni Cavallaro, brigadiere Giuseppe Coletta, appuntato Andrea Filippa, maresciallo luogotenente Enzo Fregosi, maresciallo capo Daniele Ghione, appuntato Horacio Majorana, brigadiere Ivan Ghitti, vice brigadiere Domenico Intravaia, sottotente Filippo Merlino, maresciallo aiutante Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante Alfonso Trincone.
Militari dell’esercito: capitano Massimo Ficuciello, maresciallo capo Silvio Olla, primo caporal maggiore Alessandro Carrisi, caporal maggiore capo scelto Emanuele Ferraro, caporal maggiore Pietro Petrucci.
Civili: Marco Beci, cooperatore internazionale, Stefano Rolla, regista. Morirono, inoltre, 9 civili iracheni.