Un vero e proprio macigno si è abbattuto questa mattina sulle speranze di salvare il Tribunale di Vasto dalla chiusura prevista a dicembre 2018 dalla riforma della geografia giudiziaria che prevede la soppressione, solo temporanemente sospesa per le vicende legate al terremoto di L’Aquila, dei presidi giudiziari cosiddetti “minori” di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona.
Durante l’incontro che si è svolto a Gissi con i sindaci del territorio (qui l’articolo) il sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli ha infatti espresso chiaramente quali sono le intenzioni del Governo: dare seguito alla riforma, così come è stata formulata. “Il decreto è quello – ha dichiarato il sottosegretario – e per il Governo i tribunali di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona sono già chiusi“. Per lo stesso sottosegretario, infatti, “la prossimità giudiziaria oggi non ha più senso” e poco importa che il Tribunale di Vasto, in particolare, di recente abbia chiuso processi con condanne ex 416 bis, confermando l’allarme della Direzione Distrettuale Antimafia di L’Aquila rispetto ad infiltrazioni camorristiche nel territorio vastese. Per il sottosegretario Chiavaroli, infatti, “la lotta alla criminalità organizzata non si fa coi tribunali, ma con maggior presenza di forze dell’ordine, quindi più che chiedere di salvare i tribunali, gli amministratori del territorio farebbero meglio a battere i pugni per avere maggior presenza di forze dell’ordine”. Per eventuali disagi dei cittadini legati alla lontananza dei tribunali più vicini, invece, il sottosegretario ha liquidato la questione: “In tribunale ci vanno gli avvocati, mica i cittadini“.
Insomma, per il sottosegretario Chiavaroli la riforma va bene e va applicata. L’unico spiraglio per salvare almeno uno dei quattro, in capo agli amministratori del territorio: “Il Governo non torna indietro di sua iniziativa, solo se dal territorio arriva una proposta unitaria con l’indicazione di un tribunale ritenuto indispensabile si può valutare una modifica”. I quattro tribunali “minori”, quindi, sono considerati ufficialmente “chiusi”. Salvarne uno, sta alla “generosità” degli altri: solo convincendo Avezzano, Sulmona, e Lanciano a indicare Vasto come “presidio indispensabile”, il suo tribunale può avere qualche speranza. Il presidente dell’Anci e consigliere comunale di Vasto, Luciano Lapenna, ha fatto però sommessamente notare che con questa riforma “da Foggia a Chieti non ci saranno più tribunali sulla dorsale adriatica”, dicendosi comunque d’accordo sul tentativo di trovare un accordo per salvarne almeno uno. Visti i tempi stretti, però, sembra proprio che i quattro tribunali saranno tutti chiusi e la colpa ricadrà su un territorio che non è riuscito ad accordarsi su quale salvare. Cornuti e mazziàti, direbbe la saggezza popolare.