Giovedì 3 novembre, presso il cine-teatro del centro culturale “A. Moro” di San Salvo continua la proiezione della rassegna itinerante di cinema del reale. L’Italia che non si vede è promossa dall’Ucca (Unione dei circoli cinematografici Arci), per riscoprire il cinema italiano contemporaneo e di qualità, fatto da giovani autori che con la settima arte hanno reso visibile “l’invisibile” e dato voce al “taciuto”.
I titoli proposti in visione dal centro culturale toccano molti dei temi centrali della temperie culturale di questi anni: il ruolo genitoriale e la disabilità; l’integrazione tra più culture come ricchezza per tutti. Il film/documentario Genitori (di Alberto Fasulo) pone lo spettatore di fronte al seguente interrogativo: una famiglia con un figlio disabile è una famiglia disabile?
Genitori è un film documentario che si permette la libertà di entrare, immaginare e comprendere la realtà di famiglie che vivono l’esperienza con un figlio disabile. Negli ultimi sedici anni un gruppo di genitori (12 madri e 2 padri) si sono incontrati ogni quindici giorni per parlare della loro vita quotidiana e per trovare soluzioni al miglioramento della vita dei loro figli. Dopo tanti anni, il gruppo è diventato una micro-società con un suo equilibrio. Il gruppo è diventato anche una famiglia. Aiutare se stessi per prendersi cura degli altri è il concetto fondante di questo gruppo. Rimorso, paura, senso di colpa, gioia, rabbia, ricerca continua di soluzioni realizzabili, sono gli ingredienti dell’incontro eccezionale e quotidiano con queste persone che siedono in cerchio e identificano nel confronto e nella condivisione, beni comuni che possono contribuire a migliorare la loro vita.
Nota dell’autore – Genitori è un film che ho realizzato per sancire la dignità di ogni genitore in ogni tipo di esperienza, specie quelli con figli disabili, ma non solo. È un film che ho realizzato anche per me stesso, per permettermi di comprendere e quindi accrescere la mia consapevolezza del ruolo genitoriale, per poterlo vivere con più coscienza possibile. Ho voluto dare questa opportunità anche ad ogni spettatore che si troverà a vedere il film, perché ritengo che il dono che questi genitori mi facevano, dandosi al film, era un gesto altruista che getta speranza verso il futuro.