In questi giorni, sto leggendo un interessante libro di cui un amico, attento alle cose del mondo, mi ha fatto dono in occasione del mio 60° compleanno: “La politica non serve a niente – Perché non sarà il Palazzo a salvarci” di Stefano Feltri, vicedirettore de “il Fatto quotidiano”. Non l’ho ancora terminato e, se fosse un romanzo giallo, sarei curioso di finirlo in fretta per conoscere l’identità dell’assassino. L’ultima di copertina recita: “La crisi economica, le ondate di profughi, il futuro dell’Europa: i Governi non sembrano in grado di affrontare le sfide più urgenti. Troppo lenti per un mondo che cambia troppo in fretta. Forse dobbiamo fare a meno della politica. Non è detto che sia una cattiva notizia”. Senza neanche aprirlo, credo si possa cogliere una triste verità… Vedremo dove andrà a parare ma, dalle sue pagine, e ne sono convinto, gli spunti da cogliere sono tanti.
Quello della politica sembra essere diventato un mondo parallelo rispetto a quello che ognuno di noi vive, un mondo che, tutt’al più, svolge il ruolo di recipiente da cui tentar di attingere qualche beneficio personale. Economia e mercato sono per lo più mossi dall’accedere dei fatti, dalle circostanze o per scelte operate in Palazzi diversi da quelli che la Costituzione ci ha insegnato a considerare rappresentativi della volontà popolare.
Ognuno di noi vive le vicende del proprio territorio, della sua ristretta economia geografica e la percezione di quel che accade o potrebbe accadere è, per questo e per forza di cose, limitata ma proviamo ad allargare gli orizzonti.
Sono sempre stato convinto che grande risorsa della nostra regione, dell’Abruzzo, sia rappresentata dal Turismo. Le stime del World Travel and Tourism Council ci dicono che l’industria turistica italiana, nella sua totalità, vale 147 miliardi di euro, il 9,4% del PIL nazionale, e l’impiego di 2 milioni e mezzo di persone, pari al 10,9% dell’occupazione totale. Non voglio addentrarmi oltre nell’esposizione di numeri e percentuali, solo qualche doveroso confronto. Può non essere molto significativa, in termini assoluti, la comparazione tra regioni italiane: sono diverse tra loro per tradizione economica e realtà geofisica ma ognuna ha caratteristiche turisticamente apprezzabili. Resta comunque il fatto che la voce Turismo, in Abruzzo, produce, in termini di ricchezza diffusa, molto meno di quanto potrebbe.
Si giunge a tali conclusioni comparando due semplici tabelle, la prima rappresenta la destinazione Italia nel contesto internazionale, la seconda la destinazione stranieri nelle singole regioni italiane, tra cui, naturalmente, l’Abruzzo.
Un buon 5° posto per l’Italia, con un aumento di arrivi nel 2015 sul 2014 (Guarda la tabella a sinistra).
E poi…
Abruzzo al terzultimo posto, con una diminuzione di arrivi nel 2015 sul 2014 e questo nonostante l’aumento nazionale (Guarda la tabella a destra).
Non so se la politica sia intervenuta e quanto per tentar di invertire la marcia ma se, come dice il vicedirettore de “il Fatto Quotidiano”, “Forse dobbiamo fare a meno della politica” e “Non è detto che sia una cattiva notizia”, sarà il caso che siano gli operatori del Turismo, con le loro forze e passioni, a risolvere al più presto.
La Spagna è senza governo politico da dieci mesi e, dalle proiezioni, il trend in aumento, nel 2016, indica un ulteriore crescita degli arrivi internazionali… Se fosse tutto confermato, avremmo la controprova di quanto la politica conti sempre meno. Arriba España!
Massimo Desiati